Flexo Day – BestinFlexo 2019: entusiasmo e grande partecipazione alla due giorni dedicata alla stampa flessografica

2909

La nuova formula proposta per questo Flexo Day 2019 è decisamente piaciuta all’industria della stampa flessografica che ha risposto più che positivamente, partecipando con presenze importanti sin dal pomeriggio di giovedì 21, che ha visto l’apertura dei lavori con tre interventi di attualità, su tematiche non tecniche ma assolutamente di interesse, a precedere la serata di Gala con le premiazioni del concorso sulla qualità di stampa flessografica BestinFlexo, giunto alla quinta edizione.

 

Marco Gambardella, Presidente di Atif

La parola ai giurati: dietro le quinte del BestinFlexo
Marco Gambardella Presidente Atif ha aperto i lavori davanti a circa 300 presenti, un breve saluto a precedere Giandomenico Marcone di Granoro e Claudio Rimondi di Coop, i quali liberi da ogni impegno di giudici, hanno voluto condividere la loro esperienza di giurati nelle scorse edizioni del premio.

Da sinistra Claudio Rimondi di Coop e Giandomenico Marcone di Granoro

Più volte abbiamo sentito lamentele per i verdetti espressi dalla giuria, come normale che sia nei concorsi, nulla di nuovo e direi anche nulla di particolarmente problematico, e i due esperti di packaging hanno sottolineato, se mai ve ne fosse bisogno, l’assoluta imparzialità e la grande autonomia ricevuta da Atif nel valutare i lavori. BestinFlexo è una competizione sana che è cresciuta negli anni insieme alla qualità degli stampati presentati. Da 15 aziende circa della prima edizione alle 50 di quest’ultima, con quasi 200 lavori che sono giunti nella sede Atif di Piazza Castello a Milano, che hanno impegnato i giurati per circa 2 giorni, dopo i quali sono stati espressi i giudizi finali presentati alla serata e che pubblichiamo nella tabella alla fine di questo articolo.


Il brand owner alle prese con R&D di soluzioni di packaging eco-sostenibili

Carla Silva, Packaging Development Manager di Galbani

Carla Silva, Packaging Development Manager di Galbani parlando di packaging e plastica, ha raccontato di alcuni progetti andati a buon fine dove le confezioni sono state riviste, se non addirittura riprogettare per ridurre notevolmente l’impiego di plastica, tutta comunque riciclabile, e ovviamente garantendo le stesse performance in termini di shelf-life, raccontando anche le sfide interne all’azienda per riuscire, con dedizione e pazienza, a far comprendere e accettare le nuove soluzioni proposte, una difficoltà che ogni reparto di ricerca e sviluppo si trova a dover affrontare quando poi si fanno i conti con la realtà. Alcuni esempi presentati dalla dott.ssa Silva hanno dimostrato che ridurre il peso delle confezioni, utilizzare materiali riciclabili, progettare soluzioni monomateriali, richieda un grandissimo lavoro e molto spesso è difficile comunicarlo al cliente finale. Un brand owner inoltre quando rivisita un proprio packaging deve riuscire a trasmettere al consumatore che la novità rappresentata dalla confezione non inficia in alcun modo sulla qualità del prodotto in esso contenuto. La dott.ssa Silva infine ha annunciato che nel medio periodo la sua azienda lancerà sul mercato una soluzione di packaging “disruptive” ma ovviamente al momento è tutto top-secret.

 

Nordmeccanica: una bella storia tutta italiana

Vincenzo Cerciello di Nordmeccanica (a sinistra)

L’ultimo intervento ha visto protagonista Vincenzo Cerciello di Nordmeccanica che ha raccontato il successo dell’azienda di famiglia rilevata nel 1998 dal papà Antonio, anima propulsiva di Nordmeccanica e rilanciata sui mercati internazionali, con prodotti innovativi. Oggi Nordmeccanica fattura circa 107 milioni di €, è leader mondiale incontrastata nel settore delle accoppiatrici/spalmatrici e dal 2015 con l’acquisizione dell’azienda italiana Galileo è entrata anche nel settore dei metallizzatori, un settore nel quale il costruttore piacentino sta crescendo anno dopo anno. Vincenzo Cerciello, ha raccontato anche delle dinamiche familiari che inevitabilmente influiscono nella gestione di un’azienda e dell’importanza di aver inserito nel loro organico dei manager di fiducia nei ruoli chiave, perché quando cresci e raggiungi dimensioni come quelle di Nordmeccanica oggi è impensabile pensare di gestire tutto direttamente. Una divisione dei ruoli e i rispetto è la base per costruire un impianto aziendale di successo; al vertice troviamo il Presidente Antonio Cerciello, mentre Vincenzo è vice presidente e responsabile tecnico mentre il fratello Alfredo, anch’esso vice presidente riveste il ruolo di responsabile finanziario. Vincenzo ha poi raccontato del network di imprese e officine che a Piacenza lavorano in esclusiva per Nordmeccanica, una rete di aziende partner, un modello vincente che poi Nordmeccanica è riuscita a replicare in Cina quando ha deciso di aprire una propria sede nel Paese del Sol Levante. “Non è stato semplice perché in Cina se non ti affidi a partner locali diventa estremamente complesso, soprattutto per via dell’enorme mole di burocrazia, ma ce l’abbiamo fatta e oggi Nordmeccanica Cina è totalmente controllata dalla nostra famiglia”, conclude Vincenzo, non prima di sottolineare come la qualità delle macchine prodotte in Cina sia la medesima degli impianti che escono dalla sede piacentina dell’azienda.

 

 

Il contributo di Atif per la formazione
La seconda parte del Flexo Day, prevista per la mattinata di venerdì 22 novembre, ha visto la sala gremita con circa 450 persone, accolte dal padrone di casa, il Presidente Atif Marco Gambardella, che ha presentato qualche numero del settore flexo, con le attività portate avanti a livello associativo, facendo anche un cenno alla drammaticità della plastic tax. Gambardella ha poi fatto riferimento al corso di laurea Matespack, attivato presso l’ateneo di Salerno grazie al fondamentale contributo di Atif e di alcune aziende associate, che proprio venerdì pomeriggio ha visto la conclusione del percorso di studi biennali, conferendo ben 16 lauree ad altrettanti giovani, 14 dei quali hanno già sottoscritto un contratto di lavoro. “Questo è un piccolo contributo che Atif ha dato a favore della formazione, utile per cercare di fermare la fuga dei talenti nostrani all’estero”, ha commentato il Presidente Atif.

La studentessa Matilde Annoni riceve la borsa di studio “BestStudentinFlexo 2019”

Sempre in ambito formazione, ENIPG con le aziende I&C e Flexocit hanno premiato la giovane Matilde Annoni, studentessa dell’Istituto di grafica e comunicazione don Bosco di Milano che si è aggiudicata la borsa di studio “BestStudentinFlexo grazie alla quale potrà seguire uno stage presso l’azienda Flexocit, del Gruppo Gerosa, specializzata in stampa di imballaggi flessibili.

 

 

Il documento tecnico DOC 13 sulle maniche e porta-matrici flessografiche

Matteo Melegatti

Matteo Melegatti per conto del comitato tecnico Atif ha presentato il Doc 13 sulle maniche porta-matrici flessografiche, che sarà pubblicato a breve. Partendo da un po’ di storia sulle maniche che inizialmente venivano impiegate solo per la stama rotocalco, il gruppo di lavoro di Atif ha analizzato i materiali e le tecniche di realizzazione, nonché le caratteristiche tecniche, con un viaggio all’interno della manica (disegno tecnico e processo realizzazione).
Sarà introdotto un elemento poco conosciuto ovvero il fattore di schiacciamento. Una parte di formule matematiche aiuterà a determinare il diametro esterno e lo  sviluppo delle maniche. Ci saranno inoltre i consigli per un corretto utilizzo, gestione e pulizia fino allo stoccaggio che deve essere orizzontale. Un capitolo sarà dedicato agli adattatori, che possono essere idraulici, seppur poco utilizzati, o pneumatici. Anche per gli adattatori verranno analizzati i vari materiali di realizzazione, dal poliuretano, ai materiali compositi fino alla fibra di carbonio, definendo le caratteristiche tecniche e i consigli per un corretto impiego e manutenzione.

 

Ultra Led Technology è l’ultima novità di prestampa presentata da Inci.Flex in prestampa

Lorenzo Simoncelli direttore produzione area flexo e cartone ondulato di Inci.flex

Lorenzo Simoncelli direttore produzione area flexo e cartone ondulato di Inci.flex, una realtà unica che si propone come partner di prestampa per i settori flexo, sleeves e rotocalco di imballaggi flessibili e cartone ondulato, con sedi produttive a Salerno, Milano e a breve in Algeria, ha portato a termine una sperimentazione sulla tecnologia Ultra Led volta alla ricerca della perfezione per elevare il livello qualitativo dei lavori con lineature più elevate,  alte luci con sfumature vicino allo zero, grazie a tecnologie facili da usare.
La sperimentazione interna all’azienda è partita nell’autunno 2018 ed è proseguita per 4 stagioni diverse al fine di testare questo procedimento nelle diverse condizioni climatiche, scegliendo inoltre immagini CMYK molto complesse, con strappature evidenti, senza alcun tipo di rielaborazione grafica. 5 mila ore di lavoro, oltre 3 milioni di cm2 testati, 25 specialisti dedicati e varie prove di stampa (queste si per forza di cose presso alcuni stampatori partner di Inci.Flex), su diversi materiali. I risultati di stampa ottenuti hanno evidenziato un contrasto tonale molto elevato, sovrapposizione inchiostri con tonalità perfettamente rappresentate, neri di quadricromia con densità elevate, dettagli grafici ottimali, morbidi passaggi tonali, alte luci perfette che transitano a zero dalla quadricromia grazie al rapporto perfetto fra retinatura e anilox, con lineature superiori alle 60 linee per cm. La messa in macchina è risultata estremamente semplice e immediata e ha consentito di ottenere il risultato desiderato con una qualità assolutamente paragonabile alla stampa rotocalco.

 

Gianpaolo Gentile del Gruppo Besana

L’impegno del Gruppo Besana verso la sostenibilità
Quando si parla di sostenibilità è facile cadere in luoghi comuni o peggio ancora nel famoso e dannoso (per le aziende che lo praticano) green-washing. Gianpaolo Gentile del Gruppo Besana un produttore di frutta secca da 190 milioni di € di fatturato e grande fruitore di packaging, ha raccontato dell’impegno aziendale per ridurre l’impatto ambientale delle attività, attraverso una riduzione delle emissioni. La sfida è riciclare, usare meno energia, utilizzare materiali riciclabili, anche perché le nuove generazioni saranno più propense a spendere di più su soluzioni di imballaggio meno impattanti dal punto di vista ambientale.
Besana ha stabilito una propria roadmap al fine di ridurre l’impatto degli imballaggi per arrivare al 2035 a utilizzare confezioni prodotte da risorse completamente rinnovabili e per fare ciò ha sposato la logica delle 4 R: Riduzione peso spessori e ottimizzazione confezioni, Riutilizzo, Recupero (plastica, cartone, glassine), Riciclo con film monomateriali completamente riciclabili, con investimenti sul polietilene un materiale complesso da stampare e da gestire in confezionamento. Infine una precisazione, che in una platea di esperti di stampa e converting di imballaggi suona ovvia, ma forse poi così ovvia agli occhi dell’opinione pubblica non è, ovvero che grazie alla plastica si aumenta la shelf life e la conservabilità dei prodotti e senza questi imballaggi l’impatto ambientale del cibo che andrebbe buttato è 4 volte superiore a quello che si ha per produrre un packaging.

 

Dalla teoria alla pratica, la best practice di Atif

Stefano d’Andrea

Stefano d’Andrea per conto del comitato tecnico di Atif ha raccontato una case-history che ha visto l’associazione chiamata in causa da un brand-owner che voleva realizzare un pack con nuovi materiali e soluzioni riciclabili e che quindi aveva bisogno del supporto tecnico degli esperti di Atif. L’occasione è stata dunque ottima per testare sul campo i dettami teorici e il comitato tecnico ha prodotto dopo attenta analisi preliminare del lavoro da eseguire, un test di stampa a singoli colori da cui sono state ricavate le curve di compensazione in SCTV, un nuovo metodo di misurazione deipunti stampati. La scelta del layout grafico conteneva volutamente alcune complessità e si è notato che per questo lavoro i colori pantone che erano inizialmente previsti, si potevano eliminare affidandosi alla sola quadricromia. Il risultato finale è stato più che soddisfacente tanto che ci sarà un seguito per dei test su carta kraft.

 

L’importanza di componenti di qualità sulle macchine da stampa

Felice Rossini, Presidente di Rossini

Molto appassionato anche l’intervento di Felice Rossini, Presidente di Rossini Group, una realtà che oggi vanta 8 stabilimenti nel mondo, nei quali progetta, sviluppa e realizza componenti e attrezzature ausiliarie per il mondo della stampa flessibile, rotocalco e laminazione. Una storia iniziata nel 1928 con rulli in pelle per la stampa litografica che ha portato l’azienda, da sempre della famiglia Rossini, a essere leader sui mercati nazionali e internazionali. Felice Rossini, non ha mancato di redarguire simpaticamente, come nel suo inconfondibile stile, costruttori e stampatori sull’importanza di dotare le proprie tecnologie di stampa e converting con le migliori componenti presenti sul mercato, ricordando il sempre valido detto “chi più spende, meno spende”!

Mark Stepherd

Prima del rush finale, due interventi di ospiti esteri, il primo Mark Stepherd, esperto di brand che ha provato a schiarire agli stampatori in sala che cosa effettivamente richiedano loro i brand owner, in un mercato ormai pienamente dominato dalle tecnologie digitali e dai social network. Ogni azienda si deve domandare perché un cliente debba scegliere di affidarsi proprio a lui, e se la risposta è per il servizio, qualità e prezzo, siete sulla strada sbagliata. Ciò che fa la differenza oggi è infatti il fattore emozionale, ovvero quello che un brand è capace di comunicare attraverso il proprio marchio. Risolvere i problemi del proprio cliente è senz’altro vincente ma bisogna essere più social, real-time, flessibili nella comprensione dei processi decisionali del proprio cliente, adattandosi di conseguenza.

Laetitia Reynaud

Laetitia Reynaud per conto di FTA Europe ha invece spiegato l’impatto della normativa europea in tema di sostenibilità per l’industria flessografica. Ricoridamo che la normativa europea del 2018 sulla Plastic Strategy dice che entro il 2030 tutti gli imballaggi plastici dovranno essere riutilizzabili o facilmente riciclabili.

 

 

Avviare un’azienda flessografica 4.0 ad Abu Dhabi – Il successo di Ipack

Romeo Bandini, general manager di Ipack

Romeo Bandini, general manager di Ipack ha raccontato l’incredibile avventura grazie alla quale un sogno è diventato realtà creando dal nulla o meglio nel deserto di Abu Dhabi un’industria produttrice di packaging totalmente 4.0 e automatizzata in ogni reparto. Chiamato come consulente esterno dai soci di quella che poi sarebbe diventata anche la sua azienda, Romeo Bandini, ingegnere ed esperto di logistica industriale, ha intravisto in quel progetto agli albori una grande opportunità e ha deciso di trasferirsi in Arabia per gestire direttamente quella che oggi è una sua creatura. Ipack è stata fondata solamente nel 2016 e oggi cresce a un ritmo di 20 milioni di dollari l’anno.  L’azienda è specializzata nella produzione di packaging asettico, pertanto il suo sfidante è un colosso del calibro di Tetrapak. L’ambizione non manca, le idee neppure e la capacità di mettere in piedi una realtà produttiva totalmente automatizzata in ogni reparto fa oggi di Ipack un’azienda modello, tanto che come conferma Romeo Bandini, “quando i nuovi clienti vengono a visitare la nostra sede, l’approccio verso di noi cambia immediatamente; il nostro stabilimento produttivo e logistico è il nostro più potente strumento di marketing”.
L’azienda è dotata di una macchina da stampa flexo di altissima qualità in eptacromia e tutto ruota attorno alla connessione fra sistema gestionale, macchine, logistica. Il lavoro del management in fase di progettazione dell’azienda è stato maggiore rispetto a quello di dover gestire solamente del personale, che in Ipack è ridotto ai minimi termini; tutto si muove tramite gli LGV, le navette automatiche, in un percorso produttivo e logistico dove tutto è programmato e dove tutto è dove deve essere, altrimenti il sistema non può funzionare.
“Il nostro stabilimento è perfettamente organizzato e pulito con processi che ci consentono di realizzare prodotti asettici di qualità. L’automazione ci consente di fare meno errori e di concentrarci sulla qualità. Inoltre abbiamo un’organizzazione molto più snella con persone che si concentrano sulle cose importanti e di valore nel processo di produzione. Ai colleghi manager consiglio di mappare le proprie aziende per poi connetterle (internamente ma anche esternamente con fornitori e clienti) e automatizzare il processo di produzione. Mentre ai costruttori di macchine, mi sento di dire che nell’ottica 4.0 il problema non è connettere la macchina alla rete ma connettersi ai loro clienti, ai loro magazzini automatici e ove non fossero attrezzati, suggerisco di proporsi attivamente in quanto esistono grandi opportunità di business, anche perché il mercato spinge verso automazione e logistica”, conclude Bandini.

 

 

Il costruttore di macchine nell’era del 4.0

Stefano Russo, Uteco Group

Quest’ultimo intervento è stato più che un assist all’ultimo intervento della giornata a opera di Stefano Russo di Uteco che ha parlato dell’evoluzione della fabbrica digitale, individuando nell’IoT un fattore di competitività per le aziende chiamate a digitalizzare i loro processi. Oggi la macchina fornisce moltissime informazioni che possono essere utilizzate sia dai costruttori che dagli stampatori; i dati raccolti vanno gestiti, analizzati e comunicati alle persone interessate all’interno dell’azienda, affinché il valore del dato comunicato non si disperda ma anzi venga valorizzato.
La macchina restituisce segnali di alert su problematiche tecniche, analisi predittive, analisi dati che il software gestisce tramite un cruscotto digitale ai vari operatori aziendali che così possono intervenire, sistemare, analizzare e manipolare i dati per fornire le risposte richieste o mettere in atto le azioni finalizzate a evitare fermi macchina, programmando quindi interventi di manutenzione preventivi.

Il Flexo Day 2019 si è concluso con  una panel discussion tra  alcuni rappresentanti di brand owner, Besana, Galbani e Grissinbon e i costruttori di macchine, Omet, Koenig&Bauer e Uteco che hanno supportato l’evento, che hanno fornito il loro punto di vista su due filoni tematici “sostenibilità e packaging e tecnologia applicata al packaging.

Il prossimo appuntamento per Atif il Flexo Day Sud che si terrà nel prossimo mese di marzo a Salerno.

 

BestinFlexo 2019

La serata di Gala per le premiazioni dei BestinFlexo 2019 ha visto la partecipazione di circa 370 persone, un record anche questo, che hanno così costituito un’importante cornice per tutte le aziende partecipanti al concorso.
13 le categorie in gara, ognuna delle quali ha premiato il 1,2,3 classificato sia per quanto riguarda lo stampatore che l’azienda di prestampa.

BestinShow 2019: stampatore SIT Italia – Prestampa Zincopar

Il BestinShow 2019, ovvero il miglior lavoro fra tutte le categorie in gara se lo è aggiudicato SIT Italia con un lavoro del brand Auchan, coadiuvato dalla prestampa Zincopar. I primi classificati di tutte le categorie, insieme ai vincitori del concorso 2018, parteciperanno nel giugno 2020 durante la Drupa agli FTA Diamond Awards, il concorso europeo al quale partecipano i vincitori dei concorsi nazionali di diverse associazioni flessografiche.

A Silvana Canette il premio alla carriera 2019

Silvana Canette è premio alla carriera 2019

Nel corso della serata c’è stata la consegna del Premio alla Carriera a Silvana Canette, ex Presidente di Flexotecnica, che presente in sala e all’oscuro di tutto è rimasta piacevolmente sorpresa per questo riconoscimento, assegnatole da una giuria composta da giornalisti del settore, con la seguente motivazione: “Per l’innovativo impegno imprenditoriale nell’industria flessografica, per la grande passione, professionalità e simpatia che la contraddistinguono come testimone d’eccellenza della cultura tecnica in ambito nazionale e internazionale”.

Al centro Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria

La targa è stata consegnata a Silvana Canetta dal Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che ha partecipato alla serata come ospite d’onore. Boccia nel suo intervento non ha mancato di rassicurare la platea sul discorso della plastic tax: “Stiamo lavorando per far capire al Governo quanto sia dannosa e pericolosa la Plastic Tax. Invece di punire il comportamento di gettare a terra o nel mare un rifiuto si penalizza un settore colpendolo economicamente. L’industria delle materie plastiche è un’eccellenza italiana e seconda a livello europeo, va tutelata e non affossata”. Ed è notizia di questi giorni che il Governo sembrerebbe aver fatto marcia indietro, passando da 1 € a 0,50 € al chilo; non basta ma è senz’altro un piccolo passo verso questo settore industriale d’eccellenza ed estremamente vitale, come testimoniato anche dalla grande partecipazione al Flexo Day 2019.

Foto di gruppo per i primi classificati