Uteco, obiettivo rotocalco: presentata la nuova NXS 300

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Proseguono gli appuntamenti al Converdrome di Uteco e stavolta a essere nel mirino di clienti e professionisti del settore packaging è stata la stampa rotocalco con la presentazione della nuovissima NXS 300 e della Next 450 con inchiostri a base acqua. Numerose le aziende che hanno risposto positivamente all’invito di Uteco e dei partner Basf e Flint Group. Annunciata inoltre la costruzione del 4° stabilimento produttivo, sempre a Verona…

Dopo l’appuntamento di inizio estate dedicato alla flexo e alle tecnologie sostenibili con l’anteprima della nuova macchina da stampa digitale, ecco arrivato il momento per svelare la nuova macchina da stampa rotocalco UtecoNXS 300, che è stata già acquistata in due unità dall’azienda Renato Lusa di Massa Lombarda in provincia di Ravenna, da oltre cinquant’anni leader nel settore della produzione, lavorazione e commercializzazione di imballaggi flessibili per il confezionamento di prodotti alimentari.

Aldo Peretti, Ceo di Uteco

Fornitore tecnologico globale
Il CEO di Uteco Aldo Peretti ha accolto gli ospiti all’interno del ConverdromeUteco, ricordando la filosofia che ha portato il Gruppo nel corso degli ultimi anni a proporsi come un partner globale in grado di fornire tutte le tecnologie di stampa comunemente utilizzate per la produzione degli imballaggi. Uteco con oltre 100 macchine da stampa flexo costruite all’anno è sicuramente un protagonista indiscusso nel settore, che resta per l’azienda il core-business. In uno scenario competitivo globale parlare però solo di una tecnologia imperante è del tutto anacronistico e fuori luogo; sono gli stessi clienti a dotarsi ormai stabilmente di diverse tecnologie di stampa per poter soddisfare a loro volta le diverse esigenze dei propri clienti. “Molti nostri clienti stampatori flexo hanno creato la divisione rotocalco e viceversa, pertanto chi come noi è considerato referente globale deve essere in grado di fornire tutte le tecnologie di stampa”, esordisce l’Ing. Peretti.
Lo stesso discorso vale ovviamente anche per la stampa digitale, e la recente partecipazione di Uteco a Labelexpo, la fiera delle etichette di Bruxelles di fine settembre, con il prototipo del modello GAIA conferma questa tendenza. Il progetto GAIA ha attirato l’attenzione di Bauli che ha voluto stampare con questa neonata soluzione le confezioni in film per i cornetti alla crema distribuiti in fiera.
“La stampa rotocalco ha sempre fatto parte del nostro know-how, già vent’anni fa fornimmo per esempio delle macchine per la stampa delle banconote della Banca d’Inghilterra. Abbiamo ricevuto numerose richieste da parte del mercato e dei clienti affinché replicassimo nella rotocalco l’esperienza vincente delle nostre linee flexo. Non ultimo abbiamo raccolto stimoli importanti anche dai brand owner del food&beverage che si sono rivolti a noi per avere degli studi comparativi fra le diverse tecnologie”, conclude Peretti, non prima però di annunciare la costruzione del 4° stabilimento produttivo di Verona.

Alle origini del progetto rotocalco, dalla Next 450 alla NXS 300
Il progetto Next, che fece il suo esordio nel 2015, fu il risultato di un lavoro che vide protagonisti, attorno allo stesso tavolo, Uteco, i clienti utilizzatori e i brand owner, questi ultimi sempre più coinvolti anche negli aspetti tecnologici.
“Questo progetto nacque dopo una lunga fase di studio nel corso della quale visitammo numerosi stampatori rotocalco in tutto il mondo e parlammo con i più importanti brand owner interessati a sviluppare qualcosa di nuovo all’interno del settore stampa rotocalco”, racconta Alessandro Bicego, responsabile della Business Unit rotocalco di Uteco. I punti chiave sul quale sviluppare la piattaforma Next furono i cambi lavoro rapidi, nuovi sistemi di ventilazione a basso consumo energetico, riduzione tempi di set-up e scarti, e concentrazione in unico pulpito di comando di tutte le tecnologie ausiliarie presenti sulla macchina.
Il resto è storia recente con la presentazione della Next 450 avvenuta nel 2015, una macchina a elevata produttività che vi raccontammo nel numero della nostra rivista numero maggio/giugno 2015,la quale è già stata venduta in una quindicina di esemplari e che durante l’open house è stata impegnata nella stampa di un lavoro su PET con inchiostri base acqua sviluppati in collaborazione con Basf e Flint Group.La serie Premo® LamSXL/1 è stata prodotta da Flint con le resine Joncryl® FLX specifiche per formulazioni a base acqua fornite da BASF.
Forte dei successi ottenuti con questa prima linea che ha rappresentato il rilancio di Uteco nella rotocalco, il management si è subito dedicato allo sviluppo di un nuovo progetto, per rispondere alle esigenze di corte tirature e costi contenuti. “La nuova NXS 300 è una linea compatta (26metri di lunghezza, 4m di larghezza, 4,7m di altezza o 6,3m con cappa estesa) con i gruppi stampa ravvicinati fra loro e in grado di garantire un passaggio materiale molto corto per ridurre i tempi e costi di avviamento mentre la banda ha una larghezza fino a 1000mm, per un passo stampa che parte da molto piccolo 300mm a 800mm e una velocità massima di 300 metri al minuto, di tutto rispetto per una linea dedicata alle corte tirature. Dotata di sistemi automatici per il set-up, la NXS 300 è in grado di mettere a registro 10 colori con un passaggio materiale di 60-70 metri, che è da considerarsi quindi lo scarto massimo con il quale la macchina è pronta a produrre. Il sistema di essicazione viene proposto a seconda delle esigenze del cliente con olio diatermico, batterie elettriche, gas o vapore con cappe da 1,5m a 2,2m nelle versioni standard per arrivare fino alla cappa estesa, che viene richiesta per applicazioni speciali quali cold-seal, da 2,4m+2,4m come la linea presentata durante l’open house. Gli avvolgitori/svolgitori sono di diametro 1000mm ma su richiesta è possibile installarne di più capienti in base al materiale che il cliente intende stampare”, conclude Bicego.

Alessandro Bicego, responsabile della Business Unit rotocalco di Uteco

La NXS 300 garantisce consumi contenuti sia da un punto di vista energetico che di consumo inchiostri, visto che con pochi litri la linea è pronta per iniziare a stampare. Anche il sistema di lavaggio automatico garantisce la perfetta pulizia dei cilindri con soli 2,4,6 litri di solvente a seconda del procedimento che si è scelto di effettuare.
Sulla NXS 300 è stato introdotto il Dual Trolley, un innovativo carrello a inserimento frontale, di facile utilizzo per cambi lavoro semplici e veloci. Il posizionamento della racla e della bacinella inchiostro sono automatici per garantire una alta ripetibilità dei lavori e facilitare il cambio lavoro rapido.
Durante la demo è stato stampato un soggetto con coprenza superficiale del 350% a una velocità di 300 m/min con un residuale solvente inferiore ai 5 mg/sqm.
Da un’analisi dei costi effettuata da Uteco il breakeven point, riferito a costi europei, fra le due tecnologie rotocalco è fissato a 30.000 sqm; con tirature inferiori è più competitiva la NXS300 mentre nelle lunghe tirature risulta essere la Next 450 la soluzione migliore per via della velocità poiché dal punto di vista delle tecnologie e degli equipaggiamenti le due macchine sono abbastanza simili.

Uteco e l’industry 4.0

L’ing. Diego Taioli, responsabile assemblaggio e produzione di Uteco

L’ing. Diego Taioli, responsabile assemblaggio e produzione di Uteco, ha raccontato come oggi sia possibile passare dalla realizzazione di un prototipo alla macchina da lanciare sul mercato in tempi rapidissimi, grazie sicuramente a una forte interconnessione delle attività e dei processi, un’organizzazione snella e un’integrazione da monte a valle di tutta la supply chain compresi i feedback ricevuti dai clienti. “Uteco ha saputo abbracciare i temi dell’industria 4.0 grazie a forti investimenti sui propri processi interni ed esterni, dalla produzione alla progettazione, dalla gestione del personale a quella dei dati, molto importante in questi ultimi tempi poiché l’informatizzazione ha creato sì dei benefici ma anche dei problemi da dover gestire e ovviamente l’integrazione della supply chain”, conclude Taioli.