Esplorare le potenzialità del neuromarketing all’interno del settore vitivinicolo, partendo da uno degli elementi più distintivi della bottiglia: l’etichetta

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Da sinistra Stefano Pistoni, Business Development Manager Emeia UPM Raflatac; Andrea Ciceri, Ceo di Sense Catch; Enrico Gobino, Direttore Marketing Argea; Giulia Songa, presidente di Sense Catch e Alessandro Carnevale, Brand Ambassador Luxoro nel corso della conferenza stampa del 17 novembre 2022.

Lo scorso 17 novembre, in occasione della fiera Simei, Salone Internazionale Macchine per Enologia e Imbottigliamento, nel corso di una conferenza stampa molto partecipata si è parlato dell’importante funzione dell’etichetta nel processo decisionale ultrarapido che determina l’acquisto di una bottiglia di vino. In un tale contesto i produttori e i marchi devono far sì che il loro prodotto sia visibile e distintivo, comunichi i valori del marchio o del prodotto per avviare un coinvolgimento emotivo, e questo è il primo momento della verità. Il secondo è relativo al momento in cui il consumatore prende in mano il prodotto, nel nostro caso una bottiglia, e a questo punto che l’etichetta diventa la protagonista assoluta della comunicazione, perché “deve” coinvolgere emotivamente, comunicare i valori per arrivare alla decisione di acquistare la bottiglia.

Scelgo un vino perché mi piace l’etichetta!
Certo, molti di noi opporranno che non è vero, che lo scegliamo per la qualità o per altri motivi, ma comunque l’etichetta sulla bottiglia è fondamentale. Proprio per capire meglio il ruolo delle carte e delle carte nella valorizzazione del vino, UPM Raflatac, produttore di carte e materiali autoadesivi, ha commissionato nel 2018 a Sense Catch, che offre servizi di consulenza alle aziende per comprendere i reali comportamenti, desideri e atteggiamenti delle persone, uno studio capace di fornire una base e un punto di partenza per coloro che progettano o producono etichette. Per lo studio, le cui prove e test si sono svolte in Italia, allora fu scelto un vino rosso e ora tutti i dati e risultati della ricerca sono stati raccolti in un volume, scaricabile cliccando qui 

UPM Raflatac ha poi deciso di estendere lo studio al vino bianco focalizzandosi su un mercato chiave per l’export del vino come quello tedesco, utilizzando questa volta un prodotto realmente in commercio ed aggiungendo un ulteriore novità, ovvero la degustazione. Il vino chardonnay si chiama Asio Otus di Mondodelvino (ricordiamo che lo scorso ottobre dalla fusione di Gruppo Mondodelvino e Botter è nata Argea). L’importanza e il valore dei due studi risiedono anche nell’aver messo insieme i diversi player della filiera: dalla cantina (Argea) ai produttori di carte (UPM Raflatac) e nobilitazioni (Kurz, ovvero Luxoro qui in Italia), per arrivare agli stampatori, dimostrando che la giusta combinazione di carte e nobilitazione favorisce l’acquisto e aumenta l’apprezzamento del vino.

Un articolo più approfondito sarà pubblicato nel numero di Converter-Flessibili-Carta-Cartone di gennaio/febbraio