Bobst Italia: intervista con l’AD Davide Garavaglia

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Bobst Italia spa, con sede a San Giorgio Monferrato (AL), ha festeggiato con un grande evento, che si è svolto il 2 ottobre 2020, il completamento di un’ambiziosa ristrutturazione iniziata nel 2016. Realizzato in tre fasi successive, il progetto ha rinnovato completamente gli edifici e l’organizzazione produttiva, rendendo l’azienda uno dei centri di produzione più moderni di BOBST

Il taglio del nastro inaugurale
da parte di Jean-Pascal Bobst.
Alla sua sinistra l’AD di Bobst Italia Davide Garavaglia

Giornata di celebrazioni, quella del 2 ottobre scorso per Bobst Italia, che ha inaugurato il nuovo stabilimento alla presenza di tutti i collaboratori della sede, alcuni clienti italiani di rilievo (Cellografica Gerosa, Goglio), autorità politiche nazionali, regionali e locali, in particolare i sindaci di 7 comuni della zona, perché l’investimento della multinazionale svizzera in questo territorio ha un impatto notevole anche dal punto di vista sociale. Un investimento che fra sede e tecnologie innovative inserite nel nuovo Competence Center di 2400 mq, all’avanguardia per dimostrazioni di macchine e prove di ricerca e sviluppo con annesso laboratorio completamente attrezzato, ammonta a circa 20 milioni di €. Nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19, prima del taglio del nastro effettuato dal CEO del Gruppo Jean-Pascal Bobst e dall’AD di Bobst Italia Davide Garavaglia, oltre 400 persone riunite all’interno dei reparti di produzione hanno ascoltato gli interventi del management di Bobst sul percorso che ha portato a questa giornata di importanza storica.

“La completa ristrutturazione e l’ampliamento dello stabilimento sono gli aspetti più evidenti, ma la trasformazione è molto più profonda”, ha spiegato Davide Garavaglia, amministratore delegato di Bobst Italia. “Ha modernizzato il flusso organizzativo della produzione, della logistica e del traffico all’interno e all’esterno dell’azienda, e migliorato il layout di tutte le soluzioni in officina. Ora è uno stabilimento all’avanguardia, che massimizza il recupero di energia e acqua per ridurre l’impatto ambientale e ottimizza l’ambiente di lavoro in termini di salute e sicurezza”.

Da Rotomec al Gruppo Bobst, 60 anni percorsi a fianco dell’industria dell’imballaggio flessibile
La sede di San Giorgio Monferrato produce macchine per la stampa e la trasformazione di imballaggio flessibile dal 1960, anno in cui fu fondata come Rotomec SpA. Oggi la capacità produttiva, anche alla luce degli ultimi investimenti è di circa 100 macchine l’anno.
“Una parte della macchina rotocalco numero 1 è ancora presente nello stabilimento e da allora ne sono state costruite oltre 2500, la maggior parte delle quali sono tuttora operative in molte parti del mondo. Ripercorrendo le tappe miliari di Bobst Italia, non penso di esagerare se dico che questa azienda rappresenta una parte importante della storia della stampa, italiana ma anche mondiale. I nostri fornitori furono fra i primi a intuire l’enorme potenziale del mercato del packaging alimentare, che ha avuto e avrà ancora un ruolo fondamentale nello sviluppo della società contemporanea. Anche alla luce degli ultimi avvenimenti è chiaro a tutti che senza il packaging flessibile il nostro stile di vita moderno non sarebbe possibile. La nostra azienda è il punto cardine di questa industria, perché qui sono nate e sono state sviluppate innovazioni che hanno permesso ai nostri clienti di creare confezioni sicure, innovative, ecologiche e perché no anche belle da vedere”, ha detto Davide Garavaglia, AD di Bobst Italia, ricordando che oggi BOBST è leader mondiale nel settore delle macchine da stampa rotocalco, con una quota di mercato del 17%, distanziando di gran lunga i costruttori tedeschi e cinesi.
Nel 1987 passò al gruppo finlandese Valmet Converting, a sua volta acquisito da BOBST nel 2004. L’acquisizione rientrava nella strategia dell’azienda svizzera costruttrice di macchine per imballaggio in cartone teso e ondulato, volta a diversificare ed estendere in modo significativo l’attività nel settore dell’imballaggio flessibile. Poco dopo, il sito è diventato il Centro di eccellenza del Gruppo per le tecnologie di stampa rotocalco, accoppiamento e spalmatura.

Jean-Pascal Bobst: “La storia di Bobst Italia è la storia di un successo duraturo”
Presente in stabilimento, e acclamato con grande affetto durante il pranzo da tutti i collaboratori di Bobst Italia, Jean-Pascal Bobst ha voluto essere presente, come spesso accade nei momenti più importanti che coinvolgono gli stabilimenti del suo Gruppo nel mondo. Non una semplice presenza di rito quella di Mr. Bobst, che nel suo intervento ha raccontato il momento nel quale il management di Bobst Italia, riunito nella sede del Gruppo in Svizzera, ha presentato il business plan per il nuovo investimento, e come dai 6 milioni inizialmente richiesti, il Gruppo ha infine deciso di destinarne 9 (ai quali se ne sono aggiunti circa 12 per le tecnologie innovative presenti nel Competence Center-ndr). Questo è infatti considerato un polo strategico per lo sviluppo del business nel settore dell’imballaggio flessibile ed è qui che vengono sviluppate innovazioni di imballaggio, in partnership non solo con stampatori e trasformatori, ma ormai sempre più con i loro clienti, le multinazionali globali, per un lavoro in team che coinvolge tutti gli attori della filiera. Una centralità nella strategia di BOBST, che punta su questa sede come centro di ricerca mondiale per la stampa rotocalco, accoppiamento e coating.
“È bello che l’inaugurazione del nuovo stabilimento coincida con il 60° anniversario della fondazione di Bobst Italia”, ha affermato Jean-Pascal Bobst, CEO di Bobst Group “La storia di Bobst Italia è la storia di un successo duraturo. Nel 2004 quando questa sede è entrata nel nostro Gruppo, c’era la tecnologia ma non una visione strategica sul futuro, macchine sparse ovunque, di forme e colori diversi e un modo di produrre non al passo con lo standard richiesto dal mercato globale. Oggi Bobst Italia è una fabbrica organizzata sui dettami della Lean Production, capace di trasformarsi da un fornitore locale molto forte a una realtà internazionale.
Ci sono voluti oltre 10 anni ma ci siamo arrivati, e per questo vorrei rendere omaggio al personale di Bobst Italia per il costante impegno mirato alla qualità, che assicura che tutte le macchine e i servizi sviluppati dall’azienda abbiano tutte le caratteristiche di eccellenza dei prodotti BOBST”, ha concluso Jean-Pascal Bobst, ricordando tutte le persone care venute a mancare recentemente in Italia a causa dell’epidemia.

Davide Garavaglia, AD di Bobst Italia

A tu per tu con Davide Garavaglia, Amministratore Delegato Bobst Italia

Com’è andato questo incredibile 2020
e quali prospettive avete per i prossimi anni?
Il 2020 è stato sicuramente un anno molto impegnativo sia dal punto di vista umano sia da quello economico. Siamo comunque riusciti a organizzare la produzione nel rispetto delle normative di sicurezza per costruire le macchine di cui avevamo già gli ordini, soprattutto grazie all’impegno e alla disponibilità dei nostri dipendenti che hanno lavorato con passione nonostante le difficoltà. Per il futuro, al momento abbiamo ordini che ci permetteranno di affrontare con relativa tranquillità i prossimi mesi. Grazie alla presenza globale del gruppo Bobst abbiamo colleghi in loco e continuiamo a mantenere un contatto costante con il Cliente. Una volta che questo incredibile periodo sarà passato, vediamo delle buone prospettive in particolare per quanto riguarda la domanda di materiali e imballaggi sostenibili e compatibili con l’ambiente con diversi progetti in corso sui quali lavoriamo con partner industriali”.

Gruppo multinazionale con visione globale, con sedi fortemente radicate nel territorio, è forse questo uno dei segreti del successo di Bobst nel mondo?
“Si, sicuramente questo è uno dei punti di forza che dà due grossi vantaggi: il primo è che i nostri dipendenti condividendo la cultura del territorio hanno anche una fedeltà maggiore all’azienda e una forte motivazione; in secondo luogo la condivisione delle competenze con i colleghi del mondo. Specialmente in questo periodo di restrizioni ai viaggi, è grazie al supporto dei colleghi delle sedi locali che siamo in grado di installare macchine ovunque nel mondo”.

Ci può raccontare di una soluzione innovativa di packaging da voi sviluppata che nell’emergenza Covid-19 si è particolarmente distinta ed è stata apprezzata dai consumatori?
“Durante l’emergenza più che sulle soluzioni innovative future, abbiamo dato la priorità alle esigenze del momento dei nostri Clienti mettendo a disposizione il nostro Competence Center e nostri tecnici per stampare veri lotti di produzione, aiutandoli così a soddisfare le richieste dei brand owner”.

Packaging e sostenibilità: qual è la vostra visione e quali azioni concrete state sviluppando per soddisfare il mercato?
“I singoli progetti sono numerosi ma sono accomunati dal fatto che si tratta di collaborazioni con fornitori di adesivi, inchiostri, substrati ed equipaggiamenti con i quali ricerchiamo e testiamo soluzioni che soddisfino le esigenze di sostenibilità del packaging per applicazioni diverse, soprattutto in ambito alimentare. Si tratta di collaborazioni che includono anche i principali brand owner che sono ovviamente parte in causa ai fini della commercializzazione dei loro prodotti”.

Che importanza rivestono il nuovo Competence Center, il laboratorio R&D e la linea pilota a disposizione dei clienti, brand owner e produttori di materiali? 
“Per un’azienda che è parte di un gruppo che ha una visione mirata alla trasformazione dell’industria attraverso innovazione e sostenibilità, è assolutamente fondamentale poter fare ricerca e testare sulle proprie macchine la fattibilità delle soluzioni sviluppate. Soluzioni che non possono venire separatamente dai diversi attori della filiera produttiva ma che vanno sviluppate collaborativamente partendo dalla concezione dell’imballaggio alla sua disponibilità nei punti vendita e riciclabilità”.