Riciclo di carta e cartone: ottimi risultati grazie all’impegno dei cittadini e delle imprese

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I dati confermano che la filiera cartaria è un comparto trainante dell’economia circolare italiana: l’obiettivo è quello di raggiungere quota 90% per il riciclo entro 3 anni

Abbiamo intervistato Roberto di Molfetta, vice-direttore di Comieco, con il quale abbiamo parlato di raccolta differenziata durante la pandemia, del mercato cinese, di nuove cartiere e della riduzione di oltre il 50% del contributo ambientale CONAI per gli imballaggi in carta e cartone e della diversificazione per i poliaccoppiati.

A tu per tu con Roberto di Molfetta, vice-direttore di Comieco

La raccolta differenziata durante la pandemia, diminuzione o calo, e qualità della stessa?
“Nel periodo della pandemia, la raccolta differenziata di carta e cartone ha tenuto e si è dimostrata essere un’abitudine ormai consolidata per i cittadini tanto che né il lockdown né i cambiamenti di consumo che ne sono derivati, come l’e-commerce e il food delivery, l’hanno fermata e anzi l’aumento della presenza di scatole di carta e cartone da gestire in casa, frutto dell’aumento degli acquisti online, ha rappresentato un’opportunità in più per l’industria del riciclo.
Entrando nello specifico dei numeri, secondo il 26° Rapporto Annuale di Comieco, nel 2020 sono state raccolte quasi 3,5 milioni di tonnellate di carta e cartone con un lieve calo (pari allo 0,6%) rispetto all’anno precedente. La media pro-capite ha superato di poco i 57 kg/ab. Focalizzandoci poi sugli imballaggi in carta e cartone, il tasso di riciclo si è attestato all’87,3%: l’Italia ha così raggiunto e superato con 10 anni di anticipo gli obiettivi UE al 2030, confermandosi tra i Paesi più ricicloni d’Europa.

 

Fare la raccolta differenziata è importante ma lo è ancora di più farlo bene. La qualità resta infatti uno degli obiettivi sui quali concentrare gli sforzi. Anche su questo fronte i numeri sono confortanti ma bisogna puntare a fare sempre meglio: nel 2020, per il secondo anno consecutivo, la presenza di frazioni estranee nei conferimenti dei cittadini si attesta al di sotto del 3%, rientrando nei parametri della I fascia qualità. Un ottimo risultato che però cela degli andamenti differenti all’interno delle 3 macroaree del Paese: se le regioni del Nord rientrano ampiamente nella soglia della prima fascia qualità, quelle del Centro e del Sud registrano ancora delle performance non completamente soddisfacenti da questo punto di vista, tant’è che i convenzionati per rientrare nella prima fascia devono attivare delle lavorazioni aggiuntive”.

Di recente sono state aperte nuove cartiere in Italia?
“Tra fine 2018 e 2020 sono entrate in funzione tre nuove cartiere: una fa riferimento al Gruppo Burgo e si trova ad Avezzano; un’altra ancora (a Verzuolo), sempre riattivata dal Gruppo Burgo, è stata recentemente acquisita da Smurfit Kappa; infine, a Mantova è attiva la nuova cartiera che fa capo al Gruppo Pro-gest”.

La chiusura del mercato cinese in tempi recenti, come si è potuta superare?

“Sicuramente, la creazione di tre nuove cartiere ha contribuito a superare la situazione di eccesso di offerta, dando uno sbocco al macero e creando un riequilibrio dei consumi interni, e ridotto l’import di materia prima in bobine.
Parallelamente, il calo dei prezzi del macero del 2019, in gran parte riconducibile alla stretta sull’import operata dalla Cina, ha spinto molti Comuni che gestivano la propria raccolta sul mercato a rientrare in convenzione affidandosi alla garanzia del ritiro da parte del Consorzio e anche nel 2020 il trend è proseguito. Se nel 2019, Comieco ha preso in carico l’avvio a riciclo di oltre 2 milioni di tonnellate (58% della raccolta differenziata comunale totale), nel 2020 i volumi in convenzione sono aumentati di oltre 400mila tonnellate, arrivando a superare quota 2,4 milioni di tonnellate di carta e cartone (quasi il 70% della raccolta comunale complessiva). Ciò conferma come il sistema consortile operi in maniera sussidiaria al mercato garantendo ai Comuni il ritiro delle raccolte, su tutto il territorio nazionale, anche quando il mercato è poco remunerativo. L’impatto dei nuovi volumi si traduce in corrispettivi economici crescenti verso il territorio: 150 milioni di euro erogati ai convenzionati solo nel 2020, quasi 2 miliardi di euro complessivamente dal 1998 a oggi”.

Il motivo e l’obiettivo della diversificazione per gli imballaggi compositi?

“A partire dal 1° gennaio 2022, verrà introdotta la diversificazione contributiva per i poliaccoppiati a base carta diversi da quelli per liquidi, allo scopo di fare emergere i costi ambientali del riciclaggio e orientare le aziende verso imballaggi sempre più riciclabili. Le nuove tariffe prevedono una suddivisione in quattro tipologie in base alla composizione dell’imballaggio (A, B, C e D). Gli imballaggi compositi che rientreranno nelle fasce A e B, con una componente carta superiore o uguale rispettivamente al 90 e all’80%, pagheranno il CAC carta (dal 1° luglio 2021 ridotto a 25 EUR/tonnellata) e non sarà applicato loro nessun contributo aggiuntivo. Gli imballaggi appartenenti alla tipologia C, che qualifica gli imballaggi in cui la componente carta è superiore o uguale al 60% e inferiore all’80%, pagheranno dal 1° gennaio 2022 un extra-CAC di 110 EUR/tonnellata. Quelli che rientreranno nella tipologia, D, in cui la componente carta è inferiore al 60%, percentuale che compromette la riciclabilità dell’imballaggio, annullandola, con ovvie conseguenze di impatto ambientale, dovranno corrispondere un contributo extra sarà di 240 EUR/tonnellata considerato che non sarà possibile impedire il conferimento nella raccolta della carta. In una prima fase, la suddivisione per fasce avverrà in base alla componente carta sul totale del peso dell’imballaggio; a tendere a volontà condivisa è di basarsi su un criterio più preciso e scientifico: ovvero la prova di laboratorio norma UNI 11743, base per l’applicazione del Sistema di Valutazione Aticelca, in grado di determinare il livello di riciclabilità di materiali e prodotti a prevalenza cellulosica”.

Possibili sviluppi per il futuro?

 

“Bisogna continuare a lavorare per far sì che la filiera sia sempre più efficiente, andando ad intercettare ulteriori centinaia di migliaia di tonnellate che attualmente sono ancora destinate alla discarica e migliorare, al contempo, la qualità dei conferimenti in quei bacini, soprattutto riferiti all’area meridionale del Paese e alcune grandi città, dove le rese qualitative sono al di sotto delle potenzialità. Per raggiungere questi obiettivi dobbiamo sfruttare al massimo le risorse del PNRR indirizzandole verso la riduzione e valorizzazione degli scarti di lavorazione industriale (arrivando a recuperare fino al 90% della fibra cellulosica), il potenziamento degli impianti per il trattamento e riciclo, la digitalizzazione dei processi di gestione delle materie seconde, il passaggio da gomma a ferro di una parte della logistica dei rifiuti cartacei e la creazione di nuovi bio-materiali riciclabili a base cellulosica”.