Ferrarini & Benelli festeggia 55 anni di attività

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Nel 2020 Ferrarini & Benelli ha raggiunto 55 anni di attività, ma a causa della pandemia i
festeggiamenti sono stati limitati

Abbiamo incontrato Claudia Benelli, General Manager di Ferrarini & Benelli, azienda di Romanengo, in provincia di Cremona, per farci raccontare i traguardi raggiunti fino a ora e i programmi futuri.

Ferrarini & Benelli, leader nel settore dei trattamenti superficiali corona e plasma, nel 2018 ha ricevuto il Premio Industria Felix per essere risultata tra le migliori Pmi lombarde per performance gestionali e Migliore Piccola Impresa della provincia di Cremona.

A tu per tu con Claudia Benelli, General Manager di Ferrarini & Benelli

 

Nel 2015 avete festeggiato 50 anni di attività, l’anno scorso avete celebrato un nuovo traguardo. Quali sono state le novità degli ultimi cinque anni?
“Abbiamo agito su più fronti: dal punto di vista commerciale abbiamo consolidato la nostra presenza sui mercati esteri da un lato rafforzando le partnership con agenti presenti in molteplici nazioni, in modo da seguire i clienti più da vicino in tutto il mondo, e dall’altro collaborando strettamente con i costruttori OEM che accessoriano le proprie linee con i nostri prodotti. Dal punto di vista tecnologico, la pandemia ci ha spinti a compiere grandi passi in avanti per offrire un eccellente servizio di assistenza tecnica e accorciare il più possibile la distanza fisica con i clienti, impresa non da poco. Digitalizzazione e Industria 4.0 sono diventati linee guida fondamentali nello sviluppo di tutti i nostri progetti. Anche la ricerca di materiali e processi di produzione sostenibili non si è mai fermata: con altre cinque aziende, abbiamo partecipato al progetto i-Label, per la realizzazione di un’etichetta intelligente e sostenibile, capace di ridurre gli scarti e fornire al consumatore messaggi importanti sullo stato di conservazione di un prodotto”.

Di recente avete partecipato a Virtual Drupa. Com’è stata questa esperienza?

“La Virtual Drupa è stata la prima fiera digitale a cui abbiamo partecipato ed è stata sicuramente un’esperienza nuova, anche se siamo espositori della Drupa da tanti anni. Grazie allo showroom virtuale della fiera abbiamo potuto presentare le ultime novità: i nostri video di prodotto, che fanno parte di una strategia di content marketing per noi innovativa. Abbiamo realizzato video dedicati ai nostri prodotti di punta, capaci di spiegare, in soli due minuti, quali sono le caratteristiche tecniche, i settori di applicazione e i vantaggi offerti dalle nostre soluzioni. È stata una vetrina molto importante per noi, che ci ha permesso di farci conoscere da numerosi rappresentanti del mondo della stampa. Abbiamo riscontrato un grande interesse da parte di numerosi produttori, soprattutto del medio ed estremo oriente e dopo un mese stiamo iniziando a raccogliere i frutti del lavoro svolto”.

Pensa che le fiere digitali potranno sostituire quelle in presenza?
“Le fiere digitali sono una grande vetrina espositiva e sono state una necessità, determinata dalla pandemia, che ci ha messo di fronte a circostanze del tutto eccezionali. Una fiera digitale non può però sostituire una fiera in presenza, che permette di instaurare un rapporto diretto con il visitatore. Credo che in futuro possano prendere sempre più piede delle fiere ibride, caratterizzate quindi da una componente digitale, per mostrare a potenziali clienti tutte le soluzioni offerte rapidamente, tramite immagini o video prodotto e una componente fisica. Ci auguriamo di poter tornare a recarci di persona in fiera, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza per poter incontrare personalmente i nostri clienti e nuovi operatori di settore che possano essere interessati alla nostra gamma di prodotti”.

Virtual Drupa non è stata l’unica esperienza digitale a cui l’azienda ha partecipato. Quali sono state le altre?

“A fine 2020 ho preso parte, in qualità di relatrice e sponsor agli Streaming Roadshow, un ciclo di webinar organizzati da Acimga e ITA (Italian Trade Agency) che hanno coinvolto produttori e rappresentanti delle tecnologie di stampa, converting e packaging provenienti da Turchia, Regno Unito, Egitto e Algeria. Questo format ci è piaciuto molto e infatti abbiamo preso parte anche al webinar dedicato all’etichetta green i-Label e a quello dedicato ai vantaggi della tecnologia di stampa flessografica per il mondo dell’Africa e del Medio Oriente. Prendere parte a questi eventi durante la pandemia è stato importantissimo: ci ha permesso di dialogare con il nostro parco clienti e di farci conoscere anche da produttori di tecnologie esteri. È sicuramente un lavoro di preparazione diverso da quello solitamente svolto in loco, ma ci permette di rimanere al passo con i tempi e di studiare nuovi format comunicativi, adatti a tutti i contesti”.

Avete in cantiere nuovi progetti?
“Abbiamo progettato un generatore totalmente al passo con le esigenze dell’industry 4.0 per le nostre stazioni di trattamento corona: si chiama Evo Smart, è dotato di display touch-screen, consente una visualizzazione immediata dei principali parametri di funzionamento della macchina anche su PC, tablet e smartphone e permette di fornire al cliente un servizio di assistenza tempestivo e personalizzato, anche da remoto”.

Oltre a digitalizzazione e industria 4.0, si parla sempre più di sostenibilità. Che cosa significa per Ferrarini & Benelli lavorare in modo sostenibile?

“L’azienda punta molto alla sostenibilità; gli ambienti, dagli uffici al magazzino, al reparto produzione sono alimentati con impianti fotovoltaici. Concretamente, le nostre soluzioni per trattamento superficiale corona sono dotate di abbattitori di ozono, per abbattere quello prodotto dalla scarica corona e permettere ai clienti di rispettare i limiti di legge. Il trattamento plasma è una soluzione che non produce ozono. E poi ascoltiamo le esigenze dei nostri clienti, che sono sempre più spesso alla ricerca di processi di produzione e materiali sostenibili, come gli inchiostri a base acqua o senza solvente. Sono una alternativa green agli inchiostri tradizionali, garantiscono ormai un’ottima qualità di stampa e insieme alle nostre soluzioni, evitano al cliente inutili e dispendiosi scarti di materiale. Partecipiamo a progetti importanti come i-Label, che le citavo prima e anche al Cluster Tecnologico per L’Energia e l’Ambiente LE2C, che supporta crescita, innovazione e sostenibilità del sistema produttivo lombardo”.

Secondo lei quali saranno le sfide più difficili da affrontare nel futuro per Ferrarini & Benelli?
“La ricerca da parte dei nostri clienti di processi di produzione e materiali sempre più sostenibili ci spingerà a dover essere più flessibili, per adattarci alle loro esigenze. Oltre alla ricerca di sostenibilità, il mercato richiede impianti in grado di funzionare sempre, che evitino interruzioni di produzione durante lo svolgimento di operazioni di manutenzione o pulizia. Si tratta di un’esigenza a cui stiamo facendo fronte già ora, progettando e sviluppando soluzioni innovative su misura per il cliente, che oltre a evitare scarti, generino un prodotto di qualità.
Un’altra sfida sarà accorciare sempre di più la distanza fisica con il cliente per garantire assistenza remota tempestiva ed efficace. Dovremo sviluppare un service sempre più efficace e flessibile, per andare incontro alle esigenze di tutti e per essere a fianco del cliente ovunque esso sia. La tecnologia digitale e internet in questo ci possono aiutare. E non possiamo tralasciare la comunicazione: abbiamo constatato che i canali social, internet e la comunicazione digitale sono imprescindibili ma devono esserci i contenuti per essere seguiti. 55 anni di esperienza sono la base da cui ricaviamo i contenuti per divulgare la tecnologia del trattamento superficiale e delle sue applicazioni al servizio dei clienti.
Sarà fondamentale tenere il passo con il mondo digitale, che cresce e si evolve a una velocità incredibile. Una bella avventura!”