Poplast: dal packaging flessibile ai materiali biodegradabili, una crescita sostenuta da continui investimenti tecnologici

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La nuova sede Poplast di Castel San Giovanni (Pc)

Poplast, presente sul mercato degli imballaggi flessibili da oltre 40 anni, dopo l’ingresso nel 2016 del fondo di investimento EOS Private Equity, ha intrapreso un percorso di crescita sostenuto da investimenti in tecnologie, infrastrutture, nuove acquisizioni e ricerca & sviluppo di nuovi materiali per incrementare ulteriormente le proprie quote di mercato in Italia e all’estero. Ne parliamo con i due Amministratori Delegati della società: Carlo Callegari e Pierangelo Fantoni.
Una poltrona per due, non è il titolo del celebre film che ogni anno passa alla tv alla vigilia di Natale, ma rispecchia in pieno la situazione manageriale di Poplast di Castel San Giovanni (Pc) che da quanto è entrata nell’orbita gestionale del mondo “Private Equity” nel 2008 ha intrapreso un percorso di crescita e di riorganizzazione della Società, cresciuta da 15 a 36 milioni di euro di fatturato nel 2015, con una doppia guida al vertice: Carlo Callegari e Pierangelo Fantoni, gli artefici di questo straordinario e inarrestabile successo.

Poplast ha compiuto 43 anni di attività nel 2018 e quindi entra di diritto nella lista di aziende che hanno fatto la storia del settore dell’imballaggio flessibile, dove opera appunto dal 1975 grazie all’idea dei fondatori storici Franco Corbellini e Alessandro Stragliati, che per una decina d’anni hanno operato prevalentemente nel settore degli shoppers per l’abbigliamento, intravvedendo poi verso la fine degli anni ’80 una potenzialità di crescita nel settore degli imballaggi flessibili.

 

Poplast: una crescita su tutti i fronti, dal personale, alle tecnologie: obiettivo nuovi mercati
Come tutte le aziende attente alle vicende del mercato per poter cogliere delle opportunità, anche Poplast, dopo la prima svolta manageriale del 2008, vive nel 2016 un altro momento importante della propria storia con l’ingresso di Eos Private Equity che dà un determinante impulso per la crescita dimensionale della società. Siamo agli inizi del 2017, quindi è storia recentissima, quando Poplast rileva una  società operante nel settore degli imballaggi flessibili industriali, chiudendo l’anno con un fatturato di 41,0 M di €  e proiettandosi, per quest’anno, a un fatturato di  oltre 51,0 M dei quali più del 25% realizzati all’estero.
Ovviamente una crescita del 40% in due anni ha significato impegnare ingenti risorse, sia per quanto riguarda il personale, cresciuto del 50%, oggi i dipendenti sono 130, con particolare attenzione ai ruoli strategici sia nei vari reparti di produzione, che per gli investimenti tecnologici.
Nella cosiddetta “stanza dei bottoni”, oltre ai due Amministratori Delegati ormai perfettamente affiatati, entrano Andrea Ghu con il ruolo di Direttore Commerciale, forte di un’esperienza pluriennale nel settore, e Marco Sala per il settore del packaging industriale. Sul versante produzione, gioca un ruolo di primaria importanza il comparto di R&D e il Plant Manager Roberto Fugazza e i responsabili dei vari reparti Roberto Brusamonti, Giovanni Tosca, Luigi De rosa e Jacopo Fantoni, trovano nuovo supporto nell’Ing. Gianmarco Ricci, in qualità di responsabile della qualità.

 

Un parco macchine di prim’ordine per tutti i reparti
Sul fronte degli investimenti tecnologici Poplast non si è certo tirata indietro e in poco meno di due anni ha investito circa 8 milioni di €, operazione questa che ha consentito di rinnovare quasi completamente il parco macchine in tutti i reparti. Nel giro di un anno, fra la fine del 2016-2017 sono arrivate due macchine da stampa flessografiche BOBST F-SIX20 a 8 e 10 colori che hanno affiancato una non più giovane SCHIAVI EF4040 a 8 colori (7 anni di vita).  Per quanto riguarda la stampa rotocalco è stato perfezionato a inizio 2018 l’acquisto di una BOBST RS 6003C HS a 10 colori, che andrà ad aggiungersi alle due SCHIAVI già esistenti, una PATRIOT a 10 colori e una SG1200 a 8 colori.  Il reparto rotocalco è assistito inoltre da un impianto criogenico per il recupero e la distillazione dell’acetato di etile di Dec Impianti, installato nel 2014.            Completano gli impianti di abbattimento delle emissioni nocive in atmosfera 3 post combustori nei reparti di stampa flexo e accoppiamento.
Per quanto riguarda la trasformazione, per le operazioni di laminazione nel 2017 sono arrivate due SUPER COMBI 4000 portando a 4, assieme alle due già presenti SUPERCOMBI 3000, le unità a solvente! Due le solventless, una SUPER SIMPLEX e una SUPER TRIPLEX ONE SHOT quest’ultima dotata di due teste laser per fustellare in linea. Tutte le macchine di laminazione sono della vicinissima Nordmeccanica.
Aggiornamenti importanti hanno coinvolto anche il reparto di taglio interno, che è stato implementato con le macchine arrivate dall’acquisizione di SALA nel 2017, certamente tecnologie datate che sono state aggiornate e revisionate.  Inoltre è stata acquistata una taglierina-ribobinatrice BIMEC con controllo del 100% delle bobine ed è attualmente al vaglio del management l’acquisto di una nuova BIMEC ad assi rinforzati, che porterebbe il reparto di taglio a ben 10 taglierine ribobinatrici. Nel corso del 2018 è stato inoltre istituito un moderno ufficio grafico i cui creativi concretizzano le idee dei clienti grazie al software Esko. Il suddetto reparto è gestito da una nuova figura professionale, Francesco Maria Costanzo, che ha realizzato sin dall’inizio tutto il progetto, che sarà finalizzato all’ integrazione attiva di tutte le tecnologie di stampa, oltre che ad essere di prezioso supporto ai clienti.

 

Produzione reale di materiali biodegradabili
Una delle attività più stimolanti e interessanti per dare risposte concrete alle esigenze del mercato è rivolta alla ricerca e sviluppo di materiali Eco-sostenibili, Biode­gra­dabili e Compostabili, per i quali l’azienda piacentina può vantare una produzione reale, che presto verrà anche sostenuta da nuovi progetti di Certificazione proprio per il mondo biodegradabile.
Poplast vanta già una serie di certificazioni per i settori degli imballaggi flessibili tradizionali: BRC packaging, FSC, ISO9001, ISO14001 e KOSHER.

 

A tu per tu con Carlo Callegari e Pierangelo Fantoni, Amministratori Delegati di Poplast


Che cosa significa per Poplast essere parte di un Fondo di investimento?
“Significa dare un’importante accelerata al nostro business, per quanto riguarda fatturato, margini operativi e struttura patrimoniale”.

 Quali sono i programmi che ha la vostra proprietà su Poplast?
“EOS ha in  mente un ambizioso traguardo, ovvero i 10M di EBITDA e il posizionamento fra i primi 3  converter  del mercato domestico”.

Da un punto di vista delle tecnologie di stampa, che cosa ne pensate del digitale applicato al  settore dell’imballaggio flessibile?
“Abbiamo sempre un positivo approccio alle nuove tecnologie, specie con l’arrivo delle tecnologie di stampa digitale in fascia larga. Rimangono ancora alcuni limiti legati al costo del “click di stampa” che riducono le op­portunità dei lavori con stampa interna”.

A che punto è il vostro percorso di crescita aziendale?
“Stiamo raggiungendo il secondo step del piano industriale condiviso con la proprietà, una crescita interna ed esterna che ci permetta di sostenere i volumi di fatturato che stiamo realizzando”.

 Avete in programma altre acquisizioni aziendali?
“Lo step successivo sarà almeno un’altra acquisizione fra le aziende del settore. Al momento stiamo terminando la valutazione della seconda acquisizione. Nel futuro potremmo vedere qualcosa di ancora più innovativo nel settore”.

Parliamo dei materiali biodegradabili: quali tipologie di imballaggi producete e per quali settori, con che tecnologie e quali sono le principali differenze, e quindi anche relative difficoltà cui dovete far fronte per fornire un materiale che sia efficiente da un punto di vista della protezione del prodotto?
“Il mondo del Bio-Compost è una grande opportunità, e anche un settore da conoscere bene per evitare facili illusioni.  Con i principali produttori mondiali di materia prima Bio stiamo mettendo a punto materiali che permettano strutture con un minimo di barriera, necessaria per le shelf-life dei prodotti dei nostri clienti. Per ora abbiamo approcciato bene il mondo del caffè e del cioccolato perseguendo l’idea di un’eco-sostenibilità completa. Oltre a materiali Bio e Compost, stiamo sviluppando strutture complesse che permettano un alto livello di riciclabilità o rigenerazione delle plastiche impiegate. Questa è la strada che stiamo percorrendo per garantire un eco-sistema pulito da consegnare ai nostri figli”.