Federazione Carta e Grafica: il pacchetto legislativo “Fit for 2030” è incompleto

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La Federazione della Carta e della Grafica sostiene l’obiettivo UE di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Ma il pacchetto legislativo “Fit for 2030” presentato martedì 13 luglio è una cassetta degli attrezzi incompleta. La Federazione Carta e Grafica chiede ai co-legislatori di dare un forte sostegno politico alle misure che consentono alla filiera cartaria e grafica di contribuire – con produzioni decarbonizzate, sostituzione dei prodotti a base fossile e gestione forestale sostenibile – al raggiungimento degli obiettivi 2030.

Il pacchetto legislativo “Fit for 2030” è un insieme molto complesso di proposte per allineare il quadro della politica climatica ed energetica dell’UE con il nuovo obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% nel 2030. A tutt’oggi è una cassetta degli attrezzi incompleta poiché non affronta le maggiori sfide della trasformazione delle industrie europee.

Il cambiamento climatico è un problema globale che richiede soluzioni globali, che vanno oltre l’imporre l’onere della decarbonizzazione sulle industrie “Made in Europe”.

Massimo Medugno, Presidente Assocarta

“L’industria della carta, della grafica e delle relative tecnologie si aspetta che i membri del Parlamento europeo e gli Stati membri forniscano all’industria gli strumenti giusti per spostare la marcia della sostenibilità nel consumo e nella produzione industriale della società”, ha commentato Massimo Medugno, direttore generale della Federazione Carta e Grafica. “Questo nuovo quadro politico deve consentire un’ulteriore decarbonizzazione delle industrie sostenibili garantendone la competitività globale nella transizione”.
Per raggiungere gli obiettivi del 2030, nei prossimi anni devono essere prese decisioni di investimento cruciali. Mentre la filiera investe continuamente nell’economia circolare, nella sostenibilità e nel miglioramento dell’efficienza energetica, c’è bisogno di strumenti nel “Fit for 2030” per mantenere e creare certezza per gli investitori.

“Manca l’agenda a favore degli investimenti, sebbene il Green Deal europeo avrebbe dovuto essere l’agenda per la crescita dell’UE”, ha osservato Medugno.
L’accesso all’energia pulita a prezzi accessibili è essenziale, ma nel frattempo, il rafforzamento della competitività globale dei modelli di business circolari sostenibili europei rimane una priorità. Una parità di condizioni con i concorrenti dei paesi terzi è un dovere. Cosa fare?
Ad esempio, la Direttiva Emissions Trading va resa coerente con gli obiettivi della transizione energetica affinché renda concretamente possibile la decarbonizzazione. E’ necessario creare un Fondo per i relativi investimenti nelle industrie “Hard to Abate” del “Made in Europe”, conclude Medugno.