Lo studio Comieco svela dati inediti sulla gestione dei rifiuti da imballaggio nei trasporti collettivi. Obiettivo: efficienza, riciclo e innovazione circolare nei nodi ferroviari e aeroportuali
Siamo ormai alle porte dell’inaugurazione delle Olimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, e la sostenibilità si conferma tema centrale anche tra i sedili dei treni ad alta velocità e nelle lounge aeroportuali. Sì, perché i grandi eventi iniziano anche da qui: dalla capacità di un sistema Paese di farsi trovare pronto non solo con le infrastrutture, ma anche con una visione ambientale che arrivi fino agli imballaggi dei pasti serviti a bordo e ai rifiuti generati nei nodi del trasporto collettivo.
Se ne è parlato lo scorso 16 luglio all’Aeroporto di Milano Linate, dove Comieco ha presentato i risultati dello studio “Produzione e gestione dei rifiuti da imballaggio nei servizi di trasporto collettivo”, commissionato ad Ambiente Italia e condotto su un campione rappresentativo di vettori ferroviari (Frecce e Italo), aeroporti (Malpensa e Linate) e aeromobili. Un’indagine, come ha sottolineato in apertura Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, che ha l’ambizione di colmare un vuoto conoscitivo e di proporre strumenti concreti in vista delle sfide di circolarità connesse agli spostamenti dei milioni di passeggeri attesi nei prossimi mesi.
65.000 tonnellate annue: i rifiuti del viaggio
La prima fotografia offerta dallo studio è, in un certo senso, sorprendente: il sistema dei trasporti collettivi genera ogni anno in Italia tra le 50.000 e le 65.000 tonnellate di rifiuti, una quota rilevante della quale è composta da imballaggi a uso singolo, consumati “on the go”. Il dato include rifiuti prodotti a bordo e nelle stazioni, nei terminal e negli aerei, ma – avvertono i ricercatori – potrebbe addirittura sottostimare il fenomeno, data l’eterogeneità nella raccolta e la mancanza di tracciabilità per alcune tipologie di rifiuto.
A fronte di questi numeri, la quota di rifiuti destinata al riciclo si aggira, nei migliori dei casi, attorno al 35-38% negli aeroporti, con ampie oscillazioni tra il 10% e il 60% a seconda della struttura e dei servizi presenti. Molto resta ancora da fare, quindi, anche alla luce dei tassi di dispersione elevati, come nel caso dei rifiuti cartacei nei treni AV, dove fino al 50% dei bicchieri e sacchetti cellulosici finisce nell’indifferenziato.
“Lo studio evidenzia che ancora molta carta finisce nell’indifferenziato, ad esempio relativamente ai servizi a bordo dei treni questa quota si aggira tra il 25 e il 50% mentre bicchierini in carta, cartoni per bevande e altri imballaggi cellulosici che ritroviamo in viaggio possono e devono essere conferiti nella differenziata.” evidenzia Carlo Montalbetti. “I comportamenti dei passeggeri sono importanti ma è anche il contesto a determinare la qualità dell’impegno dei viaggiatori. Occorrono infrastrutture semplici, sistemi di raccolta coerenti e un’organizzazione capace di accompagnare la disponibilità e il senso civico delle persone”.
Il peso (e il valore) degli imballaggi cellulosici
Tra i dati più interessanti, l’analisi merceologica effettuata da Ambiente Italia evidenzia la rilevanza degli imballaggi cellulosici – carta, cartone, cartoncino – nella composizione dei rifiuti: a Linate, rappresentano il 57% del totale dei rifiuti aeroportuali, a Malpensa il 34%. Nei treni AV, la quota cellulosica è prevalente, seguita dagli imballaggi in plastica. Un’opportunità concreta, dunque, per rafforzare la raccolta differenziata di qualità e aumentare i tassi di riciclo.
La qualità dei flussi, come emerso dallo studio, può essere molto alta se la raccolta è ben organizzata: nei bar e negozi di Linate, ad esempio, la carta presenta purezze fino al 100%. Tuttavia, i cestini delle aree comuni raccolgono rifiuti in modo “casuale”, con conseguente contaminazione delle frazioni e perdita di valore.
Nuove tecnologie per una raccolta intelligente
A supporto di una migliore intercettazione degli imballaggi, soprattutto cellulosici, durante la tavola rotonda sono stati presentati esempi concreti di tecnologie già disponibili: smart-bin con sensori di riempimento, contenitori assistiti da AI, sistemi di selezione post-raccolta in stazione, fino all’introduzione di bidoni “semplificati” a due o tre flussi (come in Germania, Olanda e Francia) che facilitano il corretto conferimento da parte dei passeggeri.
“Non possiamo pretendere che un passeggero si comporti come un operatore ecologico”, ha sottolineato Duccio Bianchi, di Ambiente Italia, autore dello studio – “Occorre quindi progettare la raccolta differenziata tenendo conto del comportamento reale degli utenti, semplificando la scelta, migliorando la comunicazione e introducendo sistemi che facilitino la separazione a monte o a valle”.
Milano Cortina 2026 è un’occasione per accelerare
Nel corso del forum moderato da Lorenzo Bono (Comieco), rappresentanti di Trenitalia, SEA, Comune di Milano, CONAI, AMSA, Assografici e Fondazione Milano Cortina 2026 hanno portato esperienze, visioni e prospettive concrete. Da Gloria Zavatta (Fondazione 2026), l’invito a trasformare i Giochi in un laboratorio di buone pratiche ambientali. Da SEA, l’impegno per una gestione integrata e “visibile” dei contenitori in aeroporto. Da Trenitalia, la volontà di migliorare le modalità di raccolta a bordo e nei nodi ferroviari, anche attraverso nuovi criteri contrattuali e una revisione dei servizi di pulizia.
Gli obiettivi? Ambiziosi, ma non impossibili: zero waste in stazione entro il 2025, 60% di riciclo in aeroporto entro il 2030, eliminazione delle plastiche monouso con sostituzione cellulosica, promozione dell’eco-design per stoviglie e contenitori.
Le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 genereranno flussi importanti di viaggiatori (si stimano complessivamente circa 2 milioni di turisti in più) soprattutto in Lombardia – dove sono presenti alcuni degli snodi più importanti della mobilità collettiva italiana – e che dunque si presenta come un laboratorio ideale per sperimentare e applicare soluzioni concrete: dalla stazione ferroviaria di Milano Centrale agli aeroporti di Malpensa e Linate.
L’imballaggio giusto, nel posto giusto
Per il settore cartotecnico, lo scenario tracciato dallo studio e dalla discussione è chiaro: c’è un bisogno crescente di materiali sostenibili, progettati per facilitare la raccolta e il riciclo in contesti ad alta mobilità. La ricerca premia il monouso in carta, in molti casi preferibile – in termini di impatto ambientale – anche ai prodotti riutilizzabili, specie quando la percentuale di ritorno e lavaggio è incerto.
Il futuro, dunque, non sarà “zero imballaggi”, ma “imballaggi giusti, al posto giusto”. Con una progettazione integrata che consideri materiali, usi, raccolta e impianti. E con una filiera – quella cartaria – pronta a rispondere con innovazione, flessibilità e responsabilità.