“Il contributo della #carta per un futuro sostenibile”

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La carta, industria “essenziale”, non si é fermata neanche durante la pandemia ma corre il rischio di farlo adesso perché è impossibile scaricare rincari quotidiani di energia e CO2 su clienti e mercati. La sostenibilità corre lo stesso rischio.

Si è tenuto venerdì scorso il webinar “Il contributo della #carta per un futuro sostenibile” organizzato da Assocarta e CEPI, la Confederazione Europea delle industrie cartarie.

L’evento, moderato da Jacopo Giliberto de Il Sole24Ore, è stato promosso dall’industria italiana ed europea della carta e inserita in All4Climate, il programma ufficiale di eventi pre-COP26 riconosciuti dal Ministero della Transizione Ecologica.

Massimo Medugno, Direttore di Assocarta

La carta, industria “essenziale”, non si é fermata neanche durante la pandemia ma corre il rischio di farlo adesso perché è impossibile scaricare rincari quotidiani di energia e CO2 su clienti e mercati. La sostenibilità corre lo stesso rischio: il nostro settore, che rappresenta una parte importante dell’infrastruttura di riciclo nazionale, utilizza principalmente il gas nei propri impianti. Occorre intervenire a breve, riducendo gli oneri in bolletta per le imprese, in particolare quelli per il gas e dando le compensazioni europee per la CO2. Se potessimo utilizzare nelle nostre cogenerazioni biogas, biomasse e scarti avremmo qualche strumento in più” ha affermato Massimo Medugno, Direttore di Assocarta in apertura dei lavori.

Secondo utilizzatore di carta da riciclare, dopo la Germania, il nostro Paese è primo produttore di carte per uso igienico sanitario e terzo produttore di carte per imballaggio. Ed è proprio in quest’ultimo comparto che si registra il più alto tasso di utilizzo di carta da riciclare: l’87%. “Il comparto cartario alimenta a gas naturale il 90% degli impianti presenti sul territorio che producono a partire da carta da riciclare. Un dato chiave per capire come l’importanza della sostenibilità del ciclo energetico sia funzionale alla sostenibilità del riciclo e quindi a quella ambientale”. “Il cartario, fra i settori energy-intensive (i così detti hard-to-abate) consuma ogni anni 2,5 miliardi di mc di gas naturale col quale mediante cogenerazione produce energia elettrica e vapore. Un combustibile chiave nella transizione ecologica che potrebbe essere venire integrato da altre fonti come il bio-metano – ad oggi utilizzato solo nel settore dei trasporti – ottenuto da biomassa”.Il biometano rappresenta una delle leve più efficaci in termini di costo/efficacia per decarbonizzare il settore cartario. Con l’arrivo di nuove tecnologie dirompenti che stravolgeranno il metodo di produzione della carta con forte riduzione delle necessità energetiche, la sostituzione del gas naturale con il biometano è la prima e più immediata soluzione per decarbonizzare i processi. “Di fondamentale importanza il recupero energetico degli scarti del riciclo che in Europa vengono termovalorizzati a piè di fabbrica mentre in Itala ci troviamo ad esportarli nei impianti di recupero energetico dei nostri diretti competitor” conclude Medugno.

Alessandro Carettoni Divisione Rinnovabili, efficienza energetica ed energie alternative, D.G. Clima Energia Aria, Ministero della Transizione ecologica ha messo in luce l’importanza, per il settore, di avere incentivi per l’utilizzo di biometano per abbattere le emissioni ma anche di lavorare sull’assorbimento di CO2 attraverso una gestione forestale sostenibile, pratica alla base degli approvvigionamenti nella filiera cartaria.

Su questa tema ha incentrato il proprio intervento il direttore della CEPI Jori Ringman illustrando come la filiera cartaria e forestale europea vanta una percentuale di assorbimento di CO2 ancora poco nota e purtroppo non ancora tenuta in considerazione dal legislatore europeo.

“La filiera cartaria e forestale europea sottrae all’atmosfera circa 447 milioni di tonnellate di CO2 annue grazie alle foreste a fronte di 51 milioni di tonnellate di emissioni fossili. Ulteriori 410 milioni di tonnellate di CO2 potrebbero venire sottratte all’atmosfera grazie alla sostituzioni di prodotti fossili con la carta” afferma Ringman. Ringman ha quindi proposto una panoramica di come l’industria cartaria europea sta tenendo fede al suo impegno di ridurre attivamente le emissioni di carbonio e sostenere l’obiettivo di neutralità climatica. REINVEST2050 è un progetto con l’obiettivo di rendicontare l’impegno delle cartiere nella riduzione delle emissioni mostrando esempi reali di investimenti in tecnologie per il risparmio di carbonio in tutta Europa.

Sono inoltre intervenute Chiara Braga VIII Commissione Ambiente della Camera, Responsabile Transizione ecologica sostenibilità e infrastrutture del Partito Democratico, che ha sottolineato i risultati dell’industria cartaria nella riduzione del consumo di acqua e negli indici di circolarità. Un settore che mostra dei risultati oggettivi nella transizione ecologica che richiederebbe una particolare attenzione nella richiesta di recupero energetico da biomasse.

Silvia Fregolent Capogruppo nella VIII Commissione Ambiente della Camera di Italia Viva, ha invece trattato il tema della direttiva SUP. La carta si candida a essere il principale sostituto di materiali fossili o di origine minerale non rinnovabili, pur riconoscendo che in alcuni impieghi necessita dell’aiuto tecnologico di uno strato di plastica. Assocarta, a questo proposito, sostiene convintamente la posizione del Ministero che punta a ridurre drasticamente la plastica nei prodotti, non l’uso dei prodotti stessi, riconoscendo la possibilità di usare un film plastico non strutturale e misurando la riduzione del peso complessivo di plastica e non il numero di pezzi.

Alessandra Gallone Capogruppo nella 13^ Commissione Ambiente del Senato, Responsabile Ambiente e territorio di Forza Italia ha ripreso l’importanza della riforestazione e soprattutto di quella urbana e l’importanza di favorire la conversione ecologica delle aziende per la tutela dell’ambiente.