Federazione Carta Grafica: Andrea D’Amato nuovo presidente della Federazione

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“Coniugare sostenibilità e competitività: l’Europa si è desta?” È questa la domanda – provocatoria e attuale – che ha guidato l’Assemblea Pubblica della Federazione Carta Grafica, svoltasi lo scorso 29 maggio nell’ambito di Print4All a Fiera Milano Rho. Un’occasione per fare il punto sul presente e sul futuro di una filiera chiave del sistema manifatturiero italiano ed europeo, in un contesto sempre più complesso, tra transizione ecologica, tensioni geopolitiche e rinnovate politiche industriali.

Un settore da 27 miliardi che chiede politiche industriali serie
A prendere la parola, per la prima volta da Presidente della Federazione, Andrea D’Amato, General Manager di Seda International Packaging Group, che ha tracciato un quadro lucido delle sfide e delle priorità della filiera. Il comparto – che riunisce i settori delle macchine per la grafica e la cartotecnica, della carta, della stampa e del converting – ha chiuso il 2024 con un fatturato complessivo di 26,9 miliardi di euro, pari all’1,2% del PIL italiano. Una lieve flessione (-1,1% sul 2023) dovuta principalmente all’assestamento dei prezzi dopo l’impennata inflazionistica del 2022. Ma i fondamentali restano solidi: quasi 16.000 imprese coinvolte, oltre 160.000 addetti e un saldo commerciale positivo di 4 miliardi di euro, pari al 7% del surplus dell’intero sistema Paese.

Andrea D’Amato, General Manager di Seda International Packaging Group e neo eletto Presidente della Federazione Carta e Grafica

Secondo D’Amato, l’urgenza ora è una strategia industriale europea straordinaria, in linea con le richieste già avanzate da Confindustria. Sul tavolo: la costruzione di un mercato unico dell’energia che favorisca la competitività delle imprese e la proroga del Piano Transizione 5.0, essenziale per sostenere gli investimenti in digitalizzazione e decarbonizzazione, soprattutto per le PMI.

Regolamento imballaggi: test di realtà per la sostenibilità
Tema centrale dell’incontro è stato il nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi, considerato dalla filiera come un vero e proprio “banco di prova” per verificare se l’Europa saprà davvero coniugare sostenibilità ambientale e realismo industriale. “Serve un approccio pragmatico – ha dichiarato D’Amato – che tenga conto delle esigenze produttive e non penalizzi la competitività, soprattutto di quelle aziende che, grazie al packaging, portano nel mondo il valore del Made in Italy”.

Il packaging, infatti, non è solo contenitore, ma strumento di comunicazione e posizionamento identitario, oggi ancor più strategico in un contesto globale segnato da ritorni di dazi, guerre commerciali e dinamiche protezionistiche.

Una filiera di primati, tra circolarità e tecnologia
I numeri confermano l’eccellenza italiana in Europa: 3ª industria cartaria per volumi complessivi (con una quota del 10,2%), 1° posto nella produzione di carte tissue (20,4% dei volumi europei), 2° posto nella cartotecnica trasformativa e negli imballaggi in cartone ondulato, 1° esportatore UE di imballaggi flessibili, 2ª industria grafica per fatturato e 3° produttore mondiale di macchine per printing e converting.
Un patrimonio industriale che vanta anche una circolarità da record: grazie all’azione di Comieco, il tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici è costantemente oltre l’85%, anticipando gli obiettivi UE al 2030.

Crescite e criticità settoriali
Il 2024 ha registrato andamenti differenziati nei vari segmenti:

  • In crescita le macchine per grafica e cartotecnica (+4,9% a fatturato), trainate dal mercato interno e dal converting; positivo anche il settore cartario (+1,5% a fatturato, +6,2% in produzione).
  • Ripresa moderata per la produzione cartotecnica e degli imballaggi in carta e flessibile (+2,3% e +3,1% rispettivamente), mentre la componente trasformativa sconta ancora una contrazione sul fronte del fatturato.
  • In difficoltà l’industria grafica, che perde un ulteriore 3,4% a fatturato e l’1,6% della produzione, pur mostrando segnali di tenuta nell’editoria, in particolare nella stampa di libri.

Il fattore umano al centro della competitività
Accanto agli aspetti più strettamente economici e normativi, D’Amato ha voluto portare l’attenzione su una questione culturale cruciale: la valorizzazione del lavoro manifatturiero e la tutela delle nuove generazioni dagli effetti dell’eccesso di digitale. “La lettura su carta e la scrittura a mano sono strumenti essenziali per lo sviluppo psicofisico dei giovani. Dobbiamo avere il coraggio di dirlo e di difenderlo”, ha affermato.

L’Europa prende posizione
A testimoniare l’attenzione delle istituzioni europee, i contributi video di Antonella Sberna, Vicepresidente del Parlamento Europeo, e di Raffaele Fitto, Vicepresidente della Commissione. Entrambi hanno riconosciuto la filiera della carta, stampa e imballaggio come un settore strategico per l’Europa, non solo per il suo contributo all’economia circolare e all’export, ma anche per la sua capacità di innovare e fare sistema. Fitto ha ricordato gli strumenti già messi in campo dalla Commissione – dal Clean Industrial Deal alla nuova strategia per il mercato unico – per sostenere crescita e competitività.

Unità d’intenti per il futuro
A chiudere l’evento, una tavola rotonda moderata da Nicola Saldutti (Corriere della Sera), con la partecipazione di figure chiave del settore: Marco Nocivelli (Vicepresidente Confindustria), Lorenzo Poli (Assocarta), Aldo Peretti (Acimga) e Michele Bianchi, già Presidente della Federazione. Tutti concordi nel ribadire la necessità di politiche industriali strutturate, investimenti mirati e riconoscimento del ruolo cruciale della manifattura italiana nel contesto europeo e globale.