Aspettando Labelexpo 2025 – Visioni e strategie dall’ultimo Congresso Gipea

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di Giada Chilà 

Torre Cintola (Ba) ha ospitato il Congresso Gipea 2025, una due giorni intensa e concreta: tra crisi e rilancio, innovazione e regole, le imprese delle etichette autoadesive si interrogano su come orientarsi per il domani

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“Dobbiamo saperci reinventare, costruire strategie di reazione a questa incertezza e coltivare la nostra resilienza, anche grazie al lavoro di squadra. Il futuro è ricco di sfide, ma anche di opportunità”. Con queste parole, il Presidente Gipea Stefano Salvemini ha aperto ufficialmente il Congresso Gipea 2025, tenutosi Giovedì 12 e venerdì 13 giugno nella splendida cornice di Torre Cintola. Il titolo scelto – Prospettive d’impresa: orientarsi per il domani – ha fatto da bussola a due giornate di confronto che hanno unito analisi geopolitica, mercati, normative e innovazione tecnologica, senza dimenticare il cuore pulsante del comparto: le persone e le imprese che ogni giorno affrontano la complessità del presente. “Il futuro del nostro settore si costruisce oggi, e si costruisce insieme”, ha concluso Salvemini.

Il mercato delle etichette: verso un “new normal”

A fornire una fotografia aggiornata del settore è stato Vito Giurazza, membro del Board FINAT, che ha analizzato l’andamento del mercato europeo delle etichette dopo il crollo del 2023. “Dopo l’Asia, l’Europa è il secondo mercato mondiale per le etichette. Superato il Covid e il superstocking, siamo tornati a un livello di nuova normalità, ma con un mix profondamente diverso”, ha spiegato. In questo contesto, l’Italia ha migliorato la propria posizione, passando dal rappresentare l’11% del mercato europeo al 13% in tre anni. Tuttavia, ha aggiunto, “dobbiamo fare i conti con la bassa crescita, la volatilità e l’effetto disruptive dell’AI”. Le sfide del futuro? Innovazione, sostenibilità, competitività, competenze e capacità di risposta ai cambiamenti del mercato.

Accanto a questi aspetti, non può mancare l’attenzione alla qualità del prodotto e del processo produttivo, come ha sottolineato Luca Mauri di T&K Srl. Durante il suo intervento, Mauri ha messo in evidenza l’importanza di una corretta osservazione visiva del colore, fondamentale per garantire un prodotto finale di alta qualità. “La standardizzazione e il rispetto delle linee guida, come le UNI 3664, sono essenziali per evitare errori e garantire risultati coerenti”, ha dichiarato Mauri, evidenziando come la qualità e l’innovazione siano indissolubilmente legate nella produzione di etichette.

Europa e competitività: l’urgenza di un nuovo (e concreto) approccio

Carlo Amenta, docente all’Università di Palermo, ha proposto una lettura critica del Competitiveness Compass, pubblicato a gennaio 2025 dalla Commissione Europea: “È una strategia che non adotta strumenti nuovi rispetto al passato, requisito fondamentale per aiutare davvero le imprese a essere più competitive”. Una roadmap utile, ma che rischia di rimanere inefficace se non accompagnata da leve concrete e misurabili, specie per le PMI italiane che costituiscono l’ossatura del comparto.

Con grande chiarezza è intervenuta anche Francesca Siciliano Stevens, segretario generale di EUROPEN, che ha affrontato gli sviluppi normativi europei su packaging e sostenibilità, tra PPWR ed EUDR. Ha sottolineato l’importanza di rimettere al centro la competitività, affermando: “Negli ultimi anni, ci si è piegati a un approccio alla sostenibilità puramente ideologico. Chiediamo invece regolamentazioni che si basino su dati scientifiche, che tengano conto della necessità di tornare a essere competitivi sui mercati internazionali. Ricordando che non può esserci competitività senza un mercato unico europeo”.

Sguardo a Oriente: che ruolo avrà la Cina?

Uno degli interventi più stimolanti è stato quello della sinologa e autrice Giada Messetti, che ha tracciato un quadro lucido della Cina nel contesto globale. “La Cina sa che avere la leadership tecnologica oggi significa avere la leadership mondiale e si sta muovendo in questa direzione”, ha spiegato, sottolineando come la sfida tecnologica con gli USA sia il vero campo di battaglia per la leadership globale. “La politica imprevedibile di Trump sta aiutando inoltre la Cina a presentarsi come un partner coerente e affidabile”, ha aggiunto. Tuttavia, Messetti ha evidenziato anche le difficoltà interne della Cina: “L’economia cinese non si è ancora del tutto ripresa dal Covid, e da questa condizione derivano diverse problematiche interne”.

Inoltre, la situazione geopolitica globale è in continua evoluzione, con recenti sviluppi che potrebbero modificare ulteriormente l’equilibrio mondiale.

Il tema caldo: il CAC e il futuro delle etichette in plastica

Uno dei temi più sentiti del Congresso ha riguardato la revisione della procedura forfettaria del Contributo Ambientale CONAI, che rischia di impattare in modo rilevante sul settore. A seguito della modifica delle modalità di calcolo, il forfait applicato alle etichette, suddiviso per materiale (carta, plastica, alluminio), è stato ricalcolato in base al rispettivo CAC in procedura ordinaria. Ciò comporta un incremento significativo, con il contributo per le etichette in plastica che, a partire dal 2026, potrebbe arrivare a pesare fino a 20 volte rispetto al 2024, rendendo insostenibile il sistema per le aziende produttrici. La procedura forfettaria, inizialmente pensata per semplificare il calcolo e consentire il pagamento diretto “alla fonte”, non è più praticabile, visto che il contributo potrebbe arrivare a pesare fino al 2% del fatturato, quando la marginalità media è del 4%.

Italo Vailati, Alberto Ghiotto e Gianni Olivieri (Gipea) hanno illustrato nel dettaglio il percorso seguito dall’associazione per dialogare con il Consorzio e con grande soddisfazione è stato annunciato che è stato riaperto un tavolo di lavoro per ridefinire le regole a partire dal 2026.

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Ma perché fare innovazione?

Tra i momenti più coinvolgenti, l’intervento di Corrado La Forgia, Vicepresidente Federmeccanica, che ha posto una domanda semplice ma potente: “Perché fare innovazione e adottare le nuove tecnologie?”. Non per rincorrere la modernità, ma per liberare tempo e risorse, sviluppare la creatività e dare valore al capitale umano. “Solo con la ‘testa d’opera’ generiamo valore e manodopera efficiente. Il nostro Paese ha grandi opportunità, ma dobbiamo liberare tempo e sviluppare creatività. Il made in Italy, da solo, non basta più”. Sulla stessa linea si è mosso Patrick Vreven, CERM, parlando della digitalizzazione dei workflow come strumento per gestire la crescente complessità e ridurre il carico ripetitivo: “È possibile abbattere gli ostacoli e rendere più efficiente la produzione, anche nelle PMI”.

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La visione di HP, presentata da Alessandro Bestetti e Martina Corradi, ha rafforzato il messaggio e richiamato l’urgenza di accelerare sul fronte dell’innovazione: “Il futuro della stampa è nell’integrazione e nell’automazione. Il packaging non può più rimandare la propria trasformazione digitale”.

 

Conclusioni: pensare in grande, anche restando piccoli

Il congresso si è concluso con una tavola rotonda moderata da Stefano Salvemini, che ha coinvolto i rappresentanti di HP, CERM, T&K e Federmeccanica, rispettivamente Roberto Sofia, Enrico Righetti e Patrick Vreven, Luca Mauri e Corrado La Forgia.

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Tutti concordi sulla necessità di conciliare innovazione e PMI: nonostante i limiti strutturali, le piccole aziende possono giocare un ruolo globale, purché accompagnate da strumenti digitali e visione strategica. Come ha detto Roberto Sofia, HP: “Non bisogna avere paura di essere piccoli. Occorre pensare in grande”.


Una serata conviviale molto apprezzata dai partecipanti ha offerto l’opportunità di un networking informale e di un confronto stimolante. Un ringraziamento speciale a tutto il team Gipea e a Daniela Bassi per l’organizzazione impeccabile, segno di un’associazione che continua a rappresentare con serietà e passione le esigenze delle imprese del comparto.

L’evento è stato realizzato con il supporto di HP e T&K (Gold sponsor) ed Epson (Silver sponsor).