Nexpack, Advisor di consulenza è specializzata nel settore del cartone ondulato. La sua caratteristica distintiva? Non solo migliorare su processi organizzativi, ma anche valorizzare e formare le risorse coinvolte attraverso la metodologia proprietaria Mentorcoaching®.
“Molti progetti di riorganizzazione aziendale portano benefici solo nel breve periodo perché non riescono ad adattarsi nel tempo all’evoluzione del mercato e dell’impresa. Per questo spesso interveniamo anche sulla cosiddetta catena di comando, punto debole soprattutto nelle PMI a capitale familiare”, osserva Francesco Pagliarini, CEO di Nexpack.
Nexpack ritiene che l’organizzazione non sia come una coperta di Linus che si cala dall’alto con quelli che sono ritenuti i “mantra” di migliore efficienza e tutto magicamente nei processi di un’azienda funziona: questo non basta, si ridurrebbe a pura teoria scolastica e utopia accademica, bella a vedersi ma fragile nel tempo.
Viceversa, anche con aziende multinazionali Nexpack si trova coinvolta a mediare un’impostazione sia organizzativa che commerciale di stampo internazionale non totalmente adatta alle specificità che richiede il mercato italiano alle aziende del settore, in sostanza non si può realizzare un puro “mirroring” organizzativo.
L’organizzazione va nella “giusta” direzione solo quando nei processi si inseriscono le risorse “giuste”, al posto “giusto” con il timing “giusto” e che, oltre a seguire i corretti protocolli di lavoro, sono adatte e formate per i ruoli assegnati.
Mentorcoaching®: Formazione e cambio intergenerazionale
Questo è lo strumento utilizzato da Nexpack con la sua divisione NexAcademy, dedicata ai supporti formativi, che combina approcci di mentoring e coaching per lo sviluppo concreto delle risorse aziendali. L’obiettivo è semplice: trasferire best practices maturate sul campo tramite un approccio operativo, che non resti solo teorico ma sia applicabile nella vita aziendale reale. Il primo passo è un’analisi per definire obiettivi, bisogni, aspettative dell’azienda e/o della persona; segue la progettazione del percorso. Alla fine dell’attività viene prodotta una relazione di valutazione sui risultati. “Il supporto formativo è ancora più importante se consideriamo che il management delle aziende del settore registra un invecchiamento di circa 6 -7 anni nel periodo 2010 – 2025”, evidenzia Pagliarini.
Formazione e cambio intergenerazionale
“Nei passaggi generazionali, le criticità più frequenti riguardano la difficoltà di trasferire il patrimonio di competenze dei senior alle nuove figure, il rischio di incomprensioni comunicative e la scarsa chiarezza delle mansioni, e questo può generare resistenze al cambiamento, conflitti silenziosi o vuoti di responsabilità. Con l’obiettivo di trasformare il ricambio generazionale da problema ad opportunità, cerchiamo di consolidare la consapevolezza dei ruoli, finalizzata ad esprimere le singole qualità legate a carattere ed esperienza professionale, con percorsi di coaching individuali, per migliorare la comunicazione interna e migliorando le soft skill”, aggiungono Barbara Fossi e Marco Susini, entrambi Project Manager di Nexpack.
Le prossime sfide: logistica, innovazione ed energia
Il settore del cartone ondulato, pur attraversando anni altalenanti, con prezzi ultimamente un po’ in sofferenza, richiede non solo tecnologie sofisticate, ma professionalità verticali non facili da trovare, pertanto, il supporto formativo, per costruire profili adeguati in poco tempo, diventa strategico.
“Negli ultimi 10 anni quasi tutte le aziende hanno investito, a seconda della tipologia, in macchine continue, ondulatori, casemaker, linee di fustellatura in piano o rotativa, linee di stampa digitale ecc., la sfida futura si giocherà nella logistica, nel procurement, nell’automazione dei magazzini, nella capacità di innovazione, nel saper convertire settori oggi poco sensibili all’utilizzo degli imballaggi in cartone, nel migliorare la professionalità delle strutture commerciali, ma anche nel produrre energia, sì, proprio energia!”, afferma Pagliarini, avanzando una proposta interessante.
“Nel settore del cartone ondulato, non si potrà più separare i driver di un’organizzazione dai vincoli industriali derivanti dal sempre maggior peso che la componente energetica avrà nei bilanci delle imprese, pertanto, bisognerà trovare soluzioni di sistema: cartiere e stabilimenti di cartone ondulato potrebbero costituire consorzi energetici industriali (CER), investendo non solo in impianti fotovoltaici, soluzione già usata, ma anche in biomasse, cogenerazione ad o addirittura mini-eolico, diventando hub energetici locali, fornendo energia pulita non solo per sé stessi, ma anche per terzi”.
È chiaro che sono progetti impegnativi e costosi, serve un approccio collaborativo anche tra competitors, magari facilitato da associazioni di categoria, un modello potrebbe basarsi su 10 aziende di medie-grandi dimensioni, distribuite in un distretto produttivo interregionale, puntando ad ottenere con il sistema Fotovoltaico circa 24 GWh/anno totali, con quello di Cogenerazione (CHP) distribuito su 10 impianti da 140 GWh/anno totali, alimentati a gas/metano (in prospettiva biometano o idrogeno), con quello a Biomassa, attraverso l’utilizzo degli scarti di lavorazione (ritagli di cartone, cellulosa, ecc.) circa 35 GWh/anno totali di termovalorizzazione green, indicativamente complessivi circa 200 GWh/anno.
“Un consorzio del genere renderebbe il settore del cartone ondulato italiano più competitivo, sostenibile, resiliente e meno dipendente dai fornitori verticali, va detto che autonomamente i grandi gruppi multinazionali sono già attivi su questi percorsi, ma anche gli altri operatori della filiera dovrebbero valutare quest’opportunità”, conclude Pagliarini.
In sintesi, Nexpack segue un approccio integrato che unisce organizzazione, governance e sviluppo delle persone, con un occhio attento alle sfide future e alla sostenibilità delle imprese.