OMET inaugura il nuovo “OMET Drome” con due giorni dedicati alle ultime novità per la stampa ibrida di etichette

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Due giorni di open house presso la sede OMET di Molteno (Lc) in collaborazione con Durst, partner consolidato per quanto riguarda le tecnologie di stampa digitali integrate nelle macchine da stampa OMET, che sul concetto di stampa ibrida ha costruito i suoi successi negli ultimi anni, forte di una grande risposta da parte del mercato

 

“OMET Hybrid Experience” ha attirato l’attenzione di oltre 250 operatori del settore fra clienti e aziende partner che hanno decretato il successo della due giorni dedicata alle ultime novità per la stampa ibrida di etichette; obiettivo puntato sulla OMET XJet powered by Durst che si sta affermando sempre più nel mercato della stampa di etichette, come testimoniano gli importanti risultati commerciali ottenuti in tutto il mondo.
Con l’occasione è stato inoltre inaugurato “OMET DROME”, uno spazio permanente, ricavato all’interno dello stabilimento di Molteno, a pochi chilometri dal quartier generale di Lecco, dedicato alle dimostrazioni sulle macchine. E proprio a Molteno è prevista nel 2020 l’inaugurazione di un nuovo stabilimento di 35 mila m2, dotato di magazzino automatico, 17 mila metri per la produzione, 4000 per gli uffici e un’area di 5 mila metri quadri per il nuovo demo center e per l’area di ricerca e sviluppo.
In questa due giorni i visitatori hanno potuto assistere a dimostrazioni dal vivo, oltre che sulla OMET XJet powered by Durst, anche sulla iFlex in configurazione ibrida con dispositivi di asciugamento UV e LED. L’evento ha avuto il supporto di aziende sponsor che hanno attivamente partecipato all’evento: Apex, Asahi, Avery Dennison, Control Technique (Nidec Group), Erhardt+Leimer, GEW, Kurz, Italfinance, Nu-Maber, Ritrama, Rossini, Rotometrics. Swedev, Tesa, Vetaphone e Zeller+Gmelin.

 

Quando il digitale incontra la flexo: tre macchine in una

Paolo Grasso, Responsabile della BU etichette di OMET, ha fornito una panoramica sul connubio flexo+ digitale, dando una visione circa le richieste del mercato. “I brand owner oggi chiedono la personalizzazione delle confezioni senza compromessi in termini di qualità di stampa, avendo come punto di riferimento le tecnologie tradizionali, ma non sono disposti a corrispondere costi extra per un valore aggiunto che indiscutibilmente la stampa digitale è in grado di fornire. Lo stampatore invece cerca nuove tecnologie per ampliare la propria offerta ma con un occhio attento e vigile sui costi. Avere una piattaforma modulare in grado di rispondere a differenti esigenze è senz’altro molto apprezzato dagli stampatori che possono così scegliere quale tipologia di tecnologia offrire al proprio cliente a seconda delle differenti esigenze di mercato. Un altro aspetto da tenere in considerazione è la possibilità di creare nuovi target e nuovi mercati ponendosi proattivamente nei confronti del cliente”, esordisce Paolo Grasso.
Il concetto di macchina ibrida offre una serie di vantaggi proprio grazie al mix di tecnologie che vengono esaltate da questa combinazione in un’unica linea: con l’inkjet si possono stampare piccole e medie tirature, personalizzate con dato variabile, riuscendo a riprodurre il 95% della gamma cromatica, mentre grazie alla tecnologia flessografica si garantiscono le riproduzioni dei pantoni, la stampa dei pieni in maniera uniforme, le vernici e tutte le operazioni di finitura e converting, ovviamente con il grande vantaggio di eseguire tutti questi passaggi in linea sulla stessa macchina da stampa.
Il sistema proposto dalla partnership fra OMET e Durst è completamente modulabile, basato su trasmissioni a motori diretti che garantiscono il massimo della stabilità di registro per risultati di stampa qualitativamente elevati. A seconda delle esigenze è possibile prevedere l’inserimento del modulo hot-foil, cold-foil e laminazione, stampa serigrafica, stampa su adesivo, l’unità di fustellatura Monotwin Cut, l’unità di rimozione degli sfridi Rock’n’roll.
L’altra tecnologia presente nel nuovo OMET Drome era una iFlex, introdotta a Labelexpo 2015 e divenuta in poco tempo una delle macchine più apprezzate del costruttore lecchese, grazie alla sua semplicità d’uso senza alcun tipo di compromesso dal punto di vista qualitativo. Tra le caratteristiche principali di questa macchina da stampa segnaliamo il sistema di pre-registro laser iLight che guida l’operatore verso l’allineamento perfetto delle lastre con un semplice movimento rotatorio delle manopole esterne al cilindro. A dimostrazione dell’effettiva semplicità di questo gesto, durante le demo di stampa, queste regolazioni sono state eseguite da alcune persone scelte a caso fra il pubblico presente. Sempre per garantire un registro perfetto, la iFlex monta il sistema iVision, composto da un set di videocamere smart posizionate su tutti i gruppi stampa che consentono all’operatore di verificare il registro colore per colore, in tempo reale.

 

 

Etichette senza liner: un progetto che vede coinvolte Ritrama e OMET


Sergio Veneziani, PM per i prodotti Linerless di Ritrama, ha introdotto la partnership tra OMET e Ritrama per lo sviluppo del progetto Core Linerless Solutions®. Un’innovazione che consente notevoli risparmi, velocità e un impatto positivo sia sull’efficienza sia sulla sostenibilità ambientale del processo di stampa delle etichette autoadesive.
“La gestione del liner (supporto siliconato) è una sfida alla quale oggi possiamo rispondere con la piattaforma tecnologica Core Linerless Solutions®, utilizzando un materiale autoadesivo dotato di smart liner multifunzionale. All’inizio del processo di produzione il materiale autoadesivo è dotato del suo liner che, durante la fase di converting, diventa un componente dell’etichetta (film di laminazione), passando quindi da scarto a parte integrante del film laminato”, dice Veneziani.
Questo materiale è composto da: superficie stampante OPP TC adatta a qualsiasi tipologia di stampa, adesivo acrilico permanente, liner siliconato e adesivo attivabile termicamente per un’etichetta finale di 42 micron più lo strato di adesivo, pronta per essere applicata da appositi moduli di etichettatura sui prodotti finali. “Questo non è un prodotto ma una tecnologia innovativa in grado di cambiare i paradigmi nella produzione delle etichette autoadesive”, aggiunge Veneziani.
Il processo di Converting CLS® Multifunctional Smart Liner consiste in una laminazione termoattivata del liner PET siliconato sull’etichetta precedentemente stampata, proteggendo la stampa e rendendo superflua la laminazione o l’applicazione di vernici protettive.
Infine per consentire l’applicazione sui prodotti cui le etichette sono destinate, vengono eseguite delle microperforazioni, eliminando quindi la classica fustellatura con i relativi sfridi. Questa tecnologia innovativa permette di utilizzare meno materiale e di produrre meno scarti, incrementando la capacità produttiva delle macchine utilizzate, grazie a una più elevata velocità e all’eliminazione delle distanze fra etichette richieste in caso di fustellatura.
Oltre l’80% delle etichette stampate hanno forma quadrata o rettangolare, pertanto con questa tecnologia non si ha nessun tipo di problema a soddisfare le esigenze del mercato. Grazie all’impiego di materiale trasparente è possibile ottenere etichette con effetto No-Label-Look, simulando graficamente qualsiasi forma dell’etichetta all’interno di una sagoma quadrata o rettangolare.

 

Durst: nuove frontiere nella stampa digitale


Martin Leitner di Durst ha illustrato il potenziale e le opportunità offerte dalla stampa digitale: muoversi verso la tecnologia digitale inkjet o ibrida per un’azienda di stampa non è soltanto l’acquisto di una nuova macchina, ma può essere l’inizio di una trasformazione del proprio modello di business e dell’azienda stessa. Durst e OMET da questo punto di vista offrono una solida base di competenze, condividendo la stessa filosofia e gli stessi obiettivi, indispensabili per questa evoluzione.
Per ottenere risultati di qualità tutte le componenti coinvolte nel processo di stampa inkjet devono essere perfette: le teste di stampa, gli inchiostri, i software e i materiali. Ma tutto questo oggi non è più sufficiente o perlomeno avendo raggiunto uno sviluppo talmente elevato, la chiave per imporsi sul mercato con queste tecnologie è quella di proporre nuovi metodi di lavoro.
Il digitale ha stravolto i paradigmi, rendendo possibile ciò che una volta non lo era.
“Abbiamo un cliente che utilizza la Tau per stampare digitalmente le etichette da applicare sui pneumatici, con svariati dati, tutti differenti fra loro a seconda del modello. Gli ordini sono inviati dal brand owner attraverso il workflow dello stampatore direttamente alla macchina da stampa digitale. La consegna viene effettuata entro massimo 24 ore dall’ordine poiché le aziende di penumatici non fanno magazzino e i loro programmi di produzione possono variare in brevissimo tempo, pertanto per una tipologia di lavoro simile senza un flusso di lavoro digitale e una macchina da stampa anch’essa digitale, non sarebbe possibile realizzarlo”, dice Martin Leitner.
Nell’ultimo anno Durst ha installato in tutto il mondo 25 modelli di Tau 330 RSC (Resolution, Speed, Colors), caratterizzate da una risoluzione di 1200×1200 dpi, velocità di 78 metri lineari al minuto in configurazione CMYK+OVG+W. Nel corso del 2019 sono previsti ulteriori sviluppi sulla macchina con la possibilità di realizzare serigrafia in digitale e aumentare pertanto gli effetti tattili degli stampati e un aumento del bianco opaco fino all’80% alla veloictà di 39 metri al minuto.

 

L’esperienza di Italgrafica con la OMET Xjet powered by Durst


Francesco Niorettini di Italgrafica Sistemi ha raccontato la sua case study personale come primo utente XJet in Italia. Sul mercato da 25 anni, Italgrafica sistemi fa parte del Gruppo Konig Print insieme a ElleGi Trento e KPS, occupa circa 70 persone per un fatturato di 12 milioni di €, ed è specializzata nella stampa di etichette autoadesive. Cliente storico di OMET (3 flexy-S 330 e una Xflex X6), quando è stato il momento di scegliere su quale tecnologia ibrida investire, in Italgrafica non hanno avuto dubbi, come ci conferma Francesco Niorettini: “la nostra sfida è quella di fare tirature sempre più lunghe in modalità digitale e la XJet è una soluzione unica, capace di unire il meglio dei mondi OMET e Durst: un investimento in innovazione che ci ha permesso di alzare l’asticella a livello tecnico e professionale”. La produzione di Italgrafica nel campo delle etichette autoadesive spazia dal dato variabile, alle etichette con microchip (RFID, Tag), alle soluzioni multi-pagina fino alleetichette combinate con differenti supporti. Dopo una prima esperienza con una macchina solamente digitale il cui breakeven è fissato a 2/3000 metri, si è reso necessario affidarsi a una macchina ibrida, più performante dal punto di vista produttivo con un breakeven più alto, 15/20 mila metri che iniziano a essere delle tirature importanti. “Un altro vantaggio della tecnologia ibrida è la possibilità di stampare qualsiasi tipologia di lavoro senza la necessità di applicare il primer. Nel nostro magazzino abbiamo circa 150 differenti materiali, compresi quelli speciali per i vini o i foils metallici, e vi posso confermare che quasi tutti sono stampabili sia in convenzionale che con tecnologia ibrida. Anche da un punto di vista della qualità, siamo abituati a stampare in flexo e offset in altissima qualità, e anche qui siamo rimasti ampiamente soddisfatti dai risultati che riusciamo a ottenere con la stampa ibrida”, conclude Niorettini.