Nexpack: quali sono i bisogni delle aziende del cartone ondulato?

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La società Advisor multidisciplinare dedicata alle imprese del cartone ondulato ha condotto una ricerca sui bisogni delle aziende operanti in Italia nel comparto del cartone ondulato

 

Attiva sul mercato dalla fine del 2017, Nexpack che ha la sua sede principale a Lucca e un ufficio operativo a Parma, è un Advisor multidisciplinare per le imprese del cartone ondulato, multinazionali e pmi, aziende integrate, produttori di cartone ondulato e scatolifici che unisce expertises manageriali verticali (di matrice cartone ondulato & packaging) a quelle trasversali conseguite in più comparti.
“Nexpack propone soluzioni per tutte le aree aziendali. Operiamo nel settore della consulenza di direzione e organizzazione aziendale, offrendo assistenza specialistica a piccole e medie imprese, grandi gruppi societari, holding appartenenti al settore cartone ondulato; per alcune tipologie di attività Nexpack si avvale di partner selezionati, altamente qualificati e integrati alle proprie metodologie.
In sintesi consulenza organizzativa specialistica, incrementata da quella trasversale qualificata, know-how che fa una grande differenza e ci permette di fornire ai nostri committenti soluzioni sempre customizzate e concrete, parlando la loro stessa lingua”, racconta il Dott. Francesco Pagliarini, fondatore di Nexpack.
Nexpack con la sua “Needs Analysis” ha voluto sviscerare, attraverso le interviste ai manager e ai titolari di azienda coinvolti, quali problematiche e modus operandi emergessero dalla loro attività industriale e ricevere anche il loro personale punto di vista sia per problematiche micro che macro di comparto, analizzando i dati in maniera oggettiva.
La survey è stata effettuata tra il 1 ottobre 2018 e il 18 febbraio 2019, condotta in forma anonima su un campione di 170 referenze selezionate tra le 4 categorie/cluster prese in considerazione: cartiera, cartonificio (produttore solo di fogli in cartone ondulato), integrato, scatolificio, con un riscontro partecipativo finale del 24%, con una rappresentanza di titolari e top manager del 65%.
Approfondiamo la conoscenza di Nexpack e di questa sua analisi sui bisogni delle aziende del settore cartone ondulato con una intervista al suo fondatore.

 

A tu per tu con Francesco Pagliarini, fondatore e Ceo di Nexpack


Dott. Pagliarini, ci spieghi chi è Nexpack, perché è nata e di cosa si occupa?
“Nexpack è un Advisor specializzato in organizzazione aziendale che fornisce servizi di consulenza alle imprese del settore cartone ondulato & packaging”.

Francesco Pagliarini, fondatore di Nexpack

Da dove nasce l’esigenza di una ricerca così approfondita sul comparto del cartone ondulato?
“Nexpack è la divisione specialistica per il settore cartone/packaging di un’altra società attiva da circa 14 anni nel mondo della consulenza di direzione e che annovera referenze e partnership di primo livello, nazionali e internazionali, in tutti i settori manifatturieri.
Un paio di anni fa abbiamo condotto un’analisi esplorativa per conto di un gruppo imprenditoriale nel settore del cartone e abbiamo avuto modo di conoscere aziende del settore e relative proprietà/direzioni. A parte i players in ambito IT, società di consulenza generalista, strutture emanazioni di università, ci siamo accorti che nel settore esistevano validi consulenti specialistici, sopratutto, in area tecnica/produttiva, ma non realtà che potessero dare un servizio globale.Inoltre, last but no least, personalmente provengo dal mondo del cartone, il mio primo grande amore, dal quale non mi sono mai distaccato, mantenendo sempre rapporti umani e professionali, ho avuto il privilegio e la fortuna di lavorare in aziende nazionali e multinazionali, per poi completare la mia expertise manageriale presso realtà del settore IC&T, accrescere la conoscenza e lavorare in più ambiti è, secondo me, aspetto fondamentale. Il mio percorso professionale e multidisciplinare mi ha portato a capire 3 cose fondamentali:
– Non si possono disgiungere le capacità umane da quelle tecnologiche, una non può fare a meno dell’altra;
– Il settore viene da anni positivi ma, vista l’attuale difficile congiuntura economica, iniziata da fine 2018, seppur chiudendo l’anno comunque in modo positivo, è entrato anch’esso in una fase di contrazione e sta affrontando un’evoluzione “culturale” e generazionale molto delicata, dove sono necessarie nuove idee, ma anche nuove strategie, metodologie di applicazione al lavoro, che non possono essere prodotte solo dal corretto utilizzo di nuove tecnologie e dall’automatizzazione informatica;
– Non esistevano strutture che potessero dare un supporto alle imprese in diverse aree conoscendo però bene il particolare business e tutti gli attori della filiera. Da queste riflessioni è nata prima l’idea e poi il progetto “Nexpack”.

Quali temi sono stati approfonditi?
“Abbiamo cercato di trattare un po’ tutti i temi del quotidiano operativo delle aziende del settore (a parte l’area finance, probabilmente, su quest’area faremo qualcosa in futuro insieme al nostro partner Deloitte), soprattutto, gli aspetti organizzativi, industriali e gestionali, ma anche quelli “umorali”, il sentiment e le diverse visioni del presente e del futuro”.

Quali trend sono in atto nel settore?
“Non è una novità che il settore è sempre in surplus d’offerta, nonostante abbia chiuso gli anni precedenti con percentuali d’incremento, gli impianti mediamente sono sfruttati tra il 60 e il 68% (meno nei periodi difficili) e sia concentrato per circa il 60% del volume in 6 – 7 gruppi nazionali ed internazionali, c’è stata ed è ancora in atto anche una certa ridistribuzione delle quote di mercato, tuttavia, ci sono aziende “indipendenti” dimensionate e redditive con margini di crescita, ma anche imprese più piccole virtuose che possono consolidare la loro posizione e/o svilupparsi, autonomamente o attraverso alleanze. La domanda sta soffrendo, le problematiche legate al mercato della carta e del macero, per mia esperienza, sono condizioni che possono anche accelerare percorsi in tal senso e facilitare altri processi di aggregazione che forse potrebbero migliorare a dare stabilità da molti punti di vista”.

Qual è il dato emerso che più vi ha sorpresi e sul quale vale la pena riflettere?
“Le aziende, a prescindere dalle dimensioni, si sentono ancora poco parte di un sistema unico. Ad eccezione delle aziende più grandi, si rileva poca predisposizione ad aprirsi all’esterno e una certa diffidenza. Si confida nelle nuove generazioni. Le innovazioni tecnologiche sulle linee, sia sugli impianti cartari sia per la produzione di cartone che per la trasformazione in imballi, permettono migliori performance industriali, ma per incidere sugli aspetti strategici, economici e “mentali”, devono essere parte di policy industriali e commerciali ben ponderate.

Possiamo estrapolare da questo lavoro uno spaccato sullo stato di salute delle aziende del comparto ondulato operanti in Italia?

“Come detto prima, dopo alcuni anni positivi per tutti i cluster della filiera, da fine 2018 a oggi il settore sta faticando, complice la congiuntura economica. Si potrebbe prendere come riferimento una soglia di redditività media, quale rapporto % costi industriali/fatturato, per le piccole imprese (n° addetti ≤ 20) ≤ 91%, per le medie imprese (n° addetti ≤ 50) ≤ 93% e per le grandi imprese (n° addetti ≤ 250) ≤ 95%. Premetto che queste sono medie e possono essere influenzate da molteplici fattori e tecnicismi, come ad esempio se realtà indipendenti o appartenenti a gruppi, quindi da prendere solo come indicazione.
Il comparto è comunque sostanzialmente sano e con margini di crescita ancora possibili, non tanto in volumi quanto nel provare a dare maggiore valore al prodotto cartone/imballo, considerate le sue caratteristiche: user friendly, riciclabile, di “basso costo”, vettore marketing economico, modello ecosostenibile. Servirebbe una politica di comunicazione e marketing unica, forse maggiore e più incisiva, sicuramente comune e condivisa da tutte le diverse anime della filiera”.

Visti i risultati emersi che consiglio si sente di dare a un imprenditore?
“Potrei rispondere con una celebre frase – l’unica cosa che so è di sapere che non so -, quindi, non ho la presunzione di dare consigli da imprenditore a imprenditore, ma da manager a imprenditore mi permetto suggerire di rendere le aziende più aperte, di capire che se per molti anni si è sempre lavorato in un modo, con il passare del tempo non è detto che lo stesso modo di approcciare e vedere le cose sia sempre quello più giusto, sia perche il mondo cambia sia perché il livello qualitativo della competizione e dei clienti si è alzato notevolmente.
Managerializzare le aziende (cioè fornire un’azienda di una capacità di decisione e direzione e delle strutture e funzioni necessarie a esercitarla, dotarla di professionalità con capacità gestionali); rivedere i processi e protocolli di lavoro, usare l’istituto della delega nelle aziende, chiedendo ai manager maggiore condivisione e responsabilità sui risultati. Investire soprattutto nelle risorse umane, sia come formazione che nel “reclutamento” di persone stimolate e stimolanti, in possesso di competenze reali, porre più attenzione ad aree come la logistica, non sottovalutare l’esistenza di possibili costi intangibili e sommersi tra flussi di lavoro dei dipartimenti d’ufficio, l’efficienza e la qualità nella gestione delle vendite. Per le realtà più piccole è necessario specializzarsi sempre di più, grazie anche alle nuove tecnologie, in nicchie di mercato redditive e aumentare il livello del servizio”.

Quali azioni prevedete nello sviluppo della vostra strategia per la seconda metà del 2019?
“Nexpack continuerà sulla strada appena cominciata, proponendosi al mercato come partner di riferimento e fornire sempre di più la migliore professionalità e supporto alle imprese, usando il nostro solito approccio e stile, cioè muovendoci in punta di piedi, a fari spenti, con umiltà e con riservatezza. Un’altra novità che ci distingue è quella inoltre di condividere con i clienti gli obiettivi raggiunti a seguito della nostra attività e legare a essi parte dei nostri compensi”.