Gli scatolifici italiani rialzano la testa: quando l’unione fa la forza!

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L’Associazione Italiana Scatolifici grazie alla competitività ritrovata guarda al futuro con maggiore serenità, anche se ci vorrà del tempo per tornare a una normale situazione di mercato. Ne parliamo in una intervista informale con il Presidente di ACIS Riccardo Cavicchioli

 

Riccardo Cavicchioli, Presidente di Acis

La notizia era nell’aria, ed è esplosa alla vigilia delle ferie dello scorso mese di agosto, quando con note stampa di eco nazionale, tg inclusi, l’Antitrust (Autorità garante della concorrenza e del mercato) ha comunicato i risultati di una istruttoria sul mondo dei produttori di cartone ondulato, dalla quale si è evinto che i principali operatori facevano “cartello” accordandosi sui prezzi, sulle modalità di produzione e fornitura al mercato, di fatto condizionando da anni, come sostenuto dall’Associazione Italiana Scatolifici (ACIS), il settore della trasformazione del cartone, ovvero quei numerosi scatolifici italiani, per lo più piccole e medie imprese familiari, costrette ad arrangiarsi come meglio potevano, per poter lavorare.
Qualche segnale di insofferenza si era già palesato nel settore quando dapprima sotto forma di Consorzio e successivamente a partire dal 2015 in forma Associativa, un centinaio di scatolifici privati italiani, hanno dato vita all’Associazione Italiana Scatolifici, non sentendosi più rappresentati all’interno di Gifco, l’Associazione di Assografici che storicamente univa al suo interno sia i produttori di cartone ondulato che gli scatolifici trasformatori della materia prima.

“Molti di noi non si sentivano più rappresentati da Gifco, e purtroppo dopo il provvedimento finale dell’Antitrust quelli che erano dei dubbi, sono diventate certezze; avevamo il sentore che qualcosa non quadrasse e che ci fossero associati di serie A e associati di serie B, e noi scatolifici appartenevamo a quest’ultima categoria”, racconta Riccardo Cavicchioli, il Presidente di ACIS, che si è trovato suo malgrado a prendere parte a numerose audizioni dell’istruttoria in questione a Roma, quando chiamato dall’Antitrust ha dovuto rispondere alle richieste di chiarimenti, che sono servite a comporre pezzo dopo pezzo tutto il puzzle.

“Gli scatolifici nel corso degli anni continuavano a perdere quote di mercato, anche con clienti piccoli, serviti da anni a condizioni economiche più che favorevoli, ma che non bastavano a mantenere la fedeltà del cliente. In molti abbiamo iniziato a sentire puzza di bruciato e dunque abbiamo deciso tutti, nessun associato escluso, di rivolgerci alle autorità per chiedere un aiuto affinché si facesse chiarezza su una situazione che alla resa dei conti ci impediva di lavorare”, aggiunge Cavicchioli.

 

La produzione di scatole in cartone ondulato è un settore merceologico che dipende per oltre il 50% proprio dall’acquisto della materia prima, che se non avviene a condizioni di mercato competitive, rappresenta un ostacolo insormontabile per gli scatolifici per poter lavorare in condizioni normali. Le segnalazioni di ACIS, seguite dalle confessioni di alcune imprese, che per garantirsi significativi sconti di pena hanno ammesso le proprie colpe, fornendo agli inquirenti ulteriori elementi di prova (oltre a quelli forniti da ACIS) che hanno scoperchiato il vaso dando vita a una inchiesta durata circa tre anni, con decine di imprese e manager coinvolti, 380 pagine di inchiesta per una sanzione pecuniaria che ammonta a circa 300 milioni di €. I vari ricorsi al TAR, al quale quasi tutte le imprese coinvolte si sono appellati, GIFCO incluso, hanno per il momento permesso di sospendere il solo ordine di pagamento delle sanzioni, fermo restando l’accertamento degli illeciti in attesa delle sentenze definitive che dovrebbero arrivare entro la prossima estate.

“A oggi siamo soddisfatti perché abbiamo avuto la dimostrazione che anche i piccoli, se uniti e compatti, possono ottenere dei risultati importanti. ACIS si è rivolta all’antitrust per quanto riguardava le irregolarità nel mercato della fornitura di fogli in cartone ondulato, ma le indagini hanno messo in luce anche irregolarità nel mercato della produzione di scatole. Ci aspettavamo i vari ricorsi al TAR, ma confidiamo nella solidità della istruttoria condotta dall’Autorità, corroborata, peraltro, dalle quattro dichiarazioni confessorie in atti”, aggiunge ancora Cavicchioli, sinceramente dispiaciuto anche per il coinvolgimento di Gifco, ma con il quale in futuro spera di poter riaprire un dialogo di filiera, perché solo uniti anche a livello associativo si può dialogare con il mondo della politica per tutelare gli interessi di tutti.

 

Cosa accade ora?
“Come ci ha detto l’Antitrust, essendo il cartello reiterato da anni, ci vorrà del tempo affinché le imprese, poco preparate a gestire una normale situazione di mercato, si assestino. Una cosa positiva però sta accadendo: le nostre aziende stanno registrando un aumento di visite da parte di fornitori che in passato non si erano mai presentati. Sappiamo che se il cartello dovesse proseguire, le sanzioni raddoppierebbero e anzi l’Antitrust ci ha esortati a vigilare e segnalare se dovessimo accorgerci di qualche anomalia. Resta il rammarico per una vicenda che mai avremmo voluto vivere da protagonisti, convinti che ci sarebbe stato spazio per tutti, rispettando le normali regole del mercato. Purtroppo, quando si perde il contatto con la realtà e ci si fa guidare dalla volontà di predominio a tutti i costi, direi quasi con arroganza, i risultati che ne derivano non possono che essere negativi”, conclude Riccardo Cavicchioli.
Il risvolto positivo è senza dubbio la grande compattezza e lo spirito unitario che hanno dimostrato questi 100 scatolifici italiani uniti sotto il cappello di ACIS, del suo Consiglio Direttivo e del suo staff che hanno seguito passo per passo tutta la vicenda, supportati da uno studio legale specializzato in materia di Antitrust (Lipani, Catricalà & Partners).

 

I progetti futuri di ACIS
Nonostante l’ultimo anno sia stato caratterizzato da questa brutta vicenda, non sono mancate le iniziative di formazione, sulle quali l’Associazione punta molto per ampliare la cultura nel settore. Nel 2019 è nata infatti ACIS Academy che ha l’obiettivo di sviluppare dei percorsi di formazione tarati esattamente sulle esigenze degli scatolifici.
Un altro progetto importante sul fronte della sostenibilità, che ha visto l’Associazione impegnata in prima linea con il supporto di tutte le aziende associate, ha riguardato l’acquisto di 660 piante che contribuiranno alla riforestazione delle zone del Veneto colpite dal maltempo lo scorso anno.
“La nostra associazione deve continuare sulla strada dell’unità per comunicare al mercato i valori di sostenibilità dell’imballaggio in cartone ondulato, e proporsi come soluzione alternativa agli imballaggi in plastica, con la consapevolezza che non tutto potrà essere imballato con il cartone ondulato, ma ove ciò sia possibile in sostituzione della plastica o di altri materiali, dobbiamo farci trovare pronti per cogliere al volo delle importanti opportunità di crescita”, conclude Riccardo Cavicchioli.

 

ACIS Academy: successo nel 2019, si replica nel 2020
ACIS Academy è nata nel 2019 per soddisfare una forte esigenza di formazione proveniente dalla base associativa, che comprendesse sia percorsi specifici per gli imprenditori che approfondimenti di taglio tecnico per i collaboratori. Il livello di adesione è stato molto alto: ogni sessione ha coinvolto tra i 60 e gli 80 partecipanti.

Si è concluso alla fine di novembre il primo ciclo di ACIS Academy, un percorso di formazione tecnico-professionale e manageriale organizzato dall’Associazione Italiana Scatolifici. Sono state sei in totale le giornate di studio: tre dedicate alla formazione tecnica, con il consulente Stefano Romanò, (Studio Romanò); tre dedicate alla formazione manageriale, con il consulente Federico Coppola (Business Channel). “Dato il successo di ACIS Academy 2019, stiamo già lavorando sulla progettazione dell’edizione 2020, che sarà ancora più ricca di contenuti e spunti”, ha spiegato Cavicchioli.