“La carta è un esempio di bio-economia circolare in quanto materiale rinnovabile, riciclabile e biodegradabile. Con le sue molteplici applicazioni e grazie alle sue caratteristiche risponde all’esigenza di prodotti in grado di contribuire in modo sostenibile al benessere e allo sviluppo della società” afferma oggi il Direttore Generale di Assocarta Massimo Medugno nel suo intervento all’EcoForum, organizzato a Roma da Legambiente la scorsa settimana, di cui Assocarta è partner.
L’industria cartaria italiana investe ogni giorno in ricerca, innovazione, circolarità portando sul territorio sviluppo ambientale e sociale, tanto che gli investimenti annui del settore sul ammontano al 5,9% del fatturato, una percentuale superiore alla media di investimento del manifatturiero italiano.
“Tuttavia nel nostro Paese” spiega Medugno “progetti concreti di economia circolare diventano ostaggi di una burocrazia senza un fine. Non solo i nostri impianti non riescono a recuperare gli scarti del riciclo della carta (giunto al 57% con punte dell’80% nell’imballaggio), ma neanche ad aumentare il riciclo della carta. Non siamo nelle sabbie mobili…ma nelle sabbie immobili”.
L’economia circolare è un ‘opportunità per l’industria cartaria, fortemente impegnata sui temi ambientali, ma tocca all’amministrazione creare le condizioni per il suo sviluppo autorizzando la costruzione di impianti che consentano il recupero energetico degli scarti del processo di riciclo della carta come già avviene in altri paesi europei.
“Non possiamo soltanto raccontare di essere la seconda economia manifatturiera nella UE e campioni nell’economia circolare se non assumiamo i concetti di circolarità all’interno del principio del buon andamento la pubblica amministrazione” conclude Medugno.