Asahi Photoproducts: 45 anni di innovazione nel settore delle etichette

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David Galton è il direttore vendite per l’Europa di Asahi Photoproducts. La società Asahi Kasei ha sede in Giappone e la sua principale attività risiede nella produzione di prodotti chimici industriali per tecnologie per gli idrocarburi. Galton è un ricercatore molto attivo e negli ultimi anni ha pubblicato numerosi studi e articoli tecnici relativi alle sue ricerche. È stato presidente della European Flexographic Industry Association (EFIA), l’associazione europea per il settore flessografico.

Se guardiamo agli ultimi 45 anni, possiamo affermare che Asahi Photoproducts è orgogliosa dei contributi che ha dato al settore delle etichette e alla tecnologia flessografica. Le lastre AFP e AWP, introdotte rispettivamente nel 1982 e nel 2000, hanno rappresentato un’innovazione significativa per la flessografia e non ci fermeremo qui!
Quarantacinque anni rappresentano un lungo periodo di tempo, e molte cose sono cambiate. In questo articolo, vogliamo condividere un po’ di storia della flessografia nel settore delle etichette e quello che significa per il futuro.

 

 

 

 

All’inizio: la macchina da stampa flessografica


Quarantacinque anni fa, il settore della stampa da bobina a bobina nella banda stretta era dominio di due fabbricanti di macchine per stampa flessografica: Mark Andy e Webron. Con la maggiore complessità delle etichette, anche altri produttori, come Nilpeter, Comco e Canadian Primoflex Systems (CPS), hanno iniziato a entrare nel settore con nuove caratteristiche di progettazione. La rapida espansione del settore delle etichette, accompagnata da una concorrenza sempre maggiore, ha portato alla diffusione di attrezzature migliori per la stampa flessografica ed entro il 1972 è stato possibile realizzare la prima stampa commerciale in quadricromia. Oggi la stampa flessografica è una tecnologia in concorrenza con la stampa offset e rotocalco, e addirittura con quella digitale, tranne che per le tirature molto basse al di sotto dei 1.000 metri lineari! Si tratta di un’evoluzione eccezionale e siamo orgogliosi del ruolo che abbiamo avuto nel promuovere questo successo, tramite l’introduzione di lastre flessografiche e sviluppatrici di lastre innovative.

 

I computer hanno avuto un ruolo chiave

L’introduzione nel 1984 del Macintosh della Apple, il primo computer per il consumo di massa con un’interfaccia utente grafica, schermo integrato e mouse, ha avuto un impatto rivoluzionario sulla prestampa per le etichette. E l’azienda danese Purup Electronics (Eskofot) ha seguito questa strada nel 1988, lanciando sul mercato i sistemi computerizzati di acquisizione delle immagini che hanno rivoluzionato la creazione di immagini e grafica per etichette. Ciò ha preparato il terreno per molte altre innovazioni che hanno fatto evolvere il settore, tra cui l’introduzione in occasione di drupa 1995 del primo sistema CtP flessografico da parte di DuPont. Oggi i computer rivestono un ruolo fondamentale in ogni aspetto dei progetti, dalle prime idee di progettazione fino al posizionamento del prodotto finale in negozio.

 

Gli sviluppi dell’anilox

Quarantacinque anni fa, il numero di celle non superava un massimo di 550 per pollice lineare. Molti anilox stampavano con uno strato d’inchiostro compreso tra 4 e 7 micron. Nel 1990 è stato sviluppato da Harper un design a 800 linee per pollice con cella esagonale a 60o e questa innovazione ha ottenuto un enorme successo. Questa nuova configurazione di celle ha aiutato anche a ridurre lo strato d’inchiostro. Questo nuovo cilindro poteva controllare strati d’inchiostro di 0,5 ~ 1,5 micron ed è diventato quindi rapidamente lo standard di settore. Oggi è possibile incidere le sequenze delle celle a 30o, 40o, 60o e di recente si è iniziato a utilizzare sequenze casuali, con un numero di celle che raggiunge le 1.800 unità per pollice.
La pulizia di anilox con incisioni così sottili è fondamentale. Alcuni produttori rivestono i loro cilindri per evitare che nelle celle si accumuli l’inchiostro secco. I metodi tradizionali di pulizia fuori macchina includono sistemi a ultrasuoni o getti con carbonato di sodio, oltre all’impiego di spazzole con setole sottili.

 

E, ovviamente, le lastre

La tecnologia delle lastre fotopolimeriche è stata lanciata per la prima volta sul mercato nel 1974. Queste lastre, sviluppate a partire dalla formulazione chimica dei fotopolimeri “Free Radical” che impiega la luce ultravioletta (UV) per creare immagini grafiche in rilievo a 3D, continuano a registrare sviluppi che sono stati fondamentali affinché la stampa flessografica diventasse non solo concorrenziale nei confronti di altre tecnologie di stampa, ma di diventasse addirittura la tecnologia di stampa di produzione più importante per le etichette. È qui che entra in gioco Asahi, con i suoi oltre 45 anni di esperienza nell’innovazione dei polimeri.
Nel 1982, abbiamo lanciato la nostra famiglia di lastre AFP, che offre vantaggi specifici per le etichette. Le lastre AFP vengono prodotte utilizzando stirene e butadiene per migliorare la flessibilità della lastra e l’adesione della lastra attorno a cilindri più piccoli. In tal modo si sono risolti i problemi di sollevamento della lastra. AFP è stata inoltre la prima lastra solida a offrire un’ampia latitudine di esposizione, che ha consentito di ottenere fondi pieni e mezzitoni con un’unica esposizione principale. Questo è stato uno sviluppo eccezionale in ambito flessografico.
Nel 1985, Asahi ha inventato il processo a secco con lampada germicida UVC per eliminare il tack (l’appiccicosità), che ha consentito di abbandonare il processo a umido con bromuro
Quindi, nel 2000, abbiamo iniziato a produrre la prima tecnologia di lastre con risciacquo ad acqua per il settore delle etichette. Anni dopo, tale tecnologia è stata integrata dalla Clean Transfer Technology; il risultato sono state lastre di Asahi Photoproducts appositamente sviluppate per trasferire tutto l’inchiostro sul supporto da stampare. Ciò avviene grazie alla bassa tensione superficiale della lastra. Le lastre con Clean Transfer Technology non hanno bisogno di essere pulite con la stessa frequenza delle lastre tradizionali digitali per stampa con risciacquo a solvente. La riduzione delle interruzioni per la pulizia delle lastre genera un miglioramento importante in termini di produttività. Più nello specifico, riduce il riempimento da parte dell’inchiostro, particolarmente importante per la stampa dei mezzitoni, e ciò significa che sono necessarie meno interruzioni della stampa per la pulizia delle lastre, e che è possibile ottenere una qualità di stampa uniforme su tutta la tiratura di produzione. Da ciò deriva un importante miglioramento dell’efficacia complessiva delle attrezzature (OEE) di stampa. La progettazione esclusiva di Asahi consente inoltre di utilizzare una pressione di stampa leggerissima.  Una pressione di stampa più leggera garantisce una ripetibilità costante della qualità di stampa durante la produzione e prolunga la durata delle lastre.
La Clean Transfer Technology di Asahi è stata accolta con entusiasmo dal pubblico con la nostra linea di lastre con risciacquo ad acqua e ora siamo entusiasti di poter trasferire questa capacità ad altre categorie di lastre del nostro portafoglio. In tal modo non solo gli stampatori flessografici potranno aumentare la produttività, ma si amplierà anche la gamma di applicazioni che possono offrire ai clienti, tra cui la capacità di trasferire ancora più lavori dalla stampa offset a quella flessografica.

 

Uno sguardo al futuro

Crediamo che la flessografia continuerà a essere la tecnologia di stampa predominante per le etichette ancora per diverso tempo, e oltre a includere la Clean Transfer Technology ad altre lastre del nostro portafoglio, stiamo lavorano per continuare a creare innovazioni per il mercato, in termini di tecnologia di lastre e di sviluppo, in modo tale che tra 45 anni potremo guardare nuovamente indietro per osservare una storia di innovazioni e contributi al mercato.